5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 16:48
×

Da babbiare a schifìo, tanta Sicilia nei 100 anni dello Zingarelli

Corrado Garai

08 Dicembre 2017, 23:07

Da babbiare a schifìo, tanta Sicilia nei 100 anni dello Zingarelli

GN4_DAT_13015800_1618970321086

C’è molto della Sicilia nel vocabolario della lingua italiana. Parole come babbiare, voce entrata solo nel 2016 che intende scherzare o prendere in giro. Mascariare (2013) imbrattare, sporcare; carnezzeria macelleria. Acanino, bello, caro, dolce, stutare, spegnere. Ci sono voci e modi di dire che hanno superato lo Stretto e sono entrati a far parte del lessico comune, oltre che nell’immaginario collettivo: pizzino (entrato nel 2008), nel gergo della mafia, breve scritto, specie in codice e recapitato a mano, contenente informazioni, direttive. Il termine è usato come sinonimo di messaggio scritto a mano su un foglietto e fatto avere a qualcuno. Schifio finire “a schifio”, malamente, nel modo peggiore.

Dalla letteratura: quaquaraquà, (spreg.) persona priva di ogni valore, nullità: gli uomini… gli ominicchi… e i quaquaraquà (Leonardo Sciascia); scasare uscire di casa in massa: «Tutta la gente è scasata a vederla» (Luigi Pirandello).

Non può mancare nel vocabolario la gastronomia siciliana: le ultime a entrare sono state le panelle, termine che indica, a seconda delle aree regionali, varietà diverse di pani o di focacce: la panella siciliana di farina di ceci. Va a far compagnia a buccellato, dolce tipico natalizio, a base di fichi secchi; buzzonaglia, la carne del tonno vicina alla lisca centrale o all'addome, di colore scuro e qualità poco pregiata; canestrato, formaggio duro, piccante, simile al pecorino, tipico della Sicilia; vastedda, formaggio di pasta filata in forme schiacciate od ovoidali, ottenuto con latte di una razza di pecore tipica della Valle del Belice in Sicilia. zibibbo, varietà di uva bianca da tavola coltivata nei Paesi caldi del Mediterraneo e in particolare in Sicilia, dolce, ad acini grossi, lunghi e croccanti, consumata anche appassita o utilizzata per produrre vino da dessert.

E tra le 115 Definizioni d’autore dello Zingarelli (piccole riflessioni su parole del vocabolario, scritte da personalità della cultura in aggiunta alla scheda lessicografica), Andrea Camilleri ha commentato così la voce “dialetto”: «Nella mia famiglia si parlava sia il dialetto sia l'italiano. Quando mi esibivo con dei raccontini a voce capivo di essere più efficace se usavo una lingua mista. Cominciai a chiedermi perché l'italiano non mi bastava e studiai come Pirandello faceva parlare i suoi personaggi. Più tardi mi colpì la sua affermazione la lingua esprime il concetto, il dialetto il sentimento di una cosa: è diventata la base del mio scrivere».

Ma come nascono le parole nuove? C’è qualcuno che le crea? E perché? Per rispondere a queste domande lo Zingarelli va in classe. In occasione dei 100 anni (1917-2017) del vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, la casa editrice che lo pubblica, ha organizzato una serie di incontri nei luoghi in cui l’italiano si impara: le scuole. Con due tappe anche in Sicilia: lunedì 11 dicembre al Liceo “Umberto I” (ore 11.30) di Palermo, martedì 12 al Liceo Scientifico Statale "Principe Umberto di Savoia" (ore 11.30) di Catania. Ci saranno il linguista e critico letterario Massimo Arcangeli dell’Università di Cagliari e la sociolinguista dell’Università di Firenze, Vera Gheno.

Sono oltre 1000 le nuove voci e nuovi significati dell’ultima edizione. Dal mondo di internet e dei nuovi strumenti di comunicazione viene l’hater che è chi «usa la rete e in particolare i social network per offendere e denigrare qualcuno». Così come l’influencer (personaggio che, grazie alla sua popolarità spec. sui social network, è in grado di esercitare un influsso sulle scelte di settori dell'opinione pubblica). I suoi messaggi si possono spammare (diffondere un gran numero di messaggi indesiderati o inutili tramite la posta elettronica o sui social network) o flaggare (contrassegnare con un segno di spunta). Ed è ormai nel linguaggio comune il like o mi piace, ovvero il pulsante di una pagina di Facebook su cui cliccare per esprimere consenso verso un contenuto. Nel famoso social network l’amicizia ha una nuova accezione: relazione che si stabilisce fra due utenti Facebook quando esprimono reciproco consenso a condividere i contenuti del proprio profilo. Youtuber è chi pubblica contenuti video sul sito web YouTube in cui spesso compare personalmente.

Entrano nel vocabolario gli sconti del Black Friday (negli Stati Uniti, il venerdì successivo al Giorno del Ringraziamento). Ci sono parole che segnano un’epoca: Brexit è una di queste. Il termine che indica «l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, sancita dal referendum popolare del giugno 2016 (Brit(ain) + exit)» è entrato nello Zingarelli 2018, diventando ufficialmente anche un neologismo italiano. A farle compagnia c’è la post-verità, il «fenomeno per cui nella discussione pubblica si affermano e si diffondono false verità, amplificate dalla rete».