Istat: reddito medio disponibile pro capite +3,6% tra 2014 e 2016 (3)
(AdnKronos) - L’andamento nel tempo della ricchezza segue dinamiche molto diverse nei singoli territori e all’interno delle aree. I contrasti sono più accentuati nel Nord, dove si passa dal -9,6% di Parma al +12,4% di Bolzano. Nel resto della penisola si distingue la performance della provincia di Messina (+7,9%) mentre la massima contrazione interessa la città metropolitana di Roma (-12,8%). Si conferma quindi il quadro di un netto dualismo con l’accentuarsi delle divergenze territoriali. Nel 2016 il patrimonio medio dei residenti nel Sud e nelle Isole (circa 100 mila euro pro capite in media) è appena la metà del valore del Nord-ovest (201.600 euro circa).
Nel 2016 le differenze tra le province restano evidenti. I residenti di Vibo Valentia e Crotone possono contare su un patrimonio pro capite che ammonta a meno della metà di quello medio nazionale (72.600 e 75.200 euro circa rispettivamente) e a poco più di un quarto di quello di Milano (271.100 euro circa). Milano è prima in Italia, ad ampia distanza dalle province che la seguono: la differenza con Aosta, seconda nella graduatoria nazionale, è di 45mila euro pro capite.
Ad eccezione di Grosseto (164.500 euro circa), le condizioni più favorevoli sono tutte nel Nord, dove si contano 48 province con un livello di ricchezza pro capite superiore a 160mila euro. All’opposto, i livelli più bassi (inferiori a 128mila euro) interessano porzioni più ampie del Paese, connotando tutte le province del Mezzogiorno, le province laziali (al netto di Roma), Terni, in Umbria, e Fermo nelle Marche. La numerosità della classe mediana è esigua: sono 17 le province che gravitano su valori compresi tra i 134.300 euro di Perugia e i 161.900 euro circa di Siena, localizzate in prevalenza nell’area geografica del Centro.