Catania, gli abitanti di via Gisira contro la discoteca “rumorosa”
Contestano la musica ad altissimo volume sino alle 4 di notte nel nuovo locale sorto dalle “ceneri2 del Cinema Vittoria e denunciano la presenza di un pericoloso tetto in amianto
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CATANIA - Gli abitanti di via Gisira non ne possono più. Da quando è stata aperta una discoteca lì dove una volta c’era il cinema «Vittoria» la loro vita è notevolmente peggiorata, soprattutto di notte, a causa del volume altissimo che impedisce loro di prendere sonno fino alle 4 del mattino. A nulla, dal loro punto di vista, sono valsi i controlli di polizia effettuati a metà dicembre quando la polizia ha constatato numerose violazioni di legge, dalla mancanza delle necessarie autorizzazione di polizia, appunto, all’impiego di «buttafuori» non messi in regola, fino alla mancanza dei necessari requisiti a tutela degli avventori, le uscite di sicurezze sbarrate nonostante le centinaia di persone che si riversano in questa discoteca nelle serate danzanti. Violazioni per le quali i gestori sono stati multati, ma che non hanno comportato la chiusura di questo spazio alle serate di musica e balli, e questo sebbene si trovi in pieno centro abitato e in una via particolarmente stretta che non consente il transito ai mezzi di soccorso. Intanto gli abitanti, esasperati, si erano rivolti all’Arpa denunciando l’altissimo volume della musica e sollecitando il controllo del rispetto della normativa in materia. Controllo che, effettuato, ha confermato la ragione delle loro proteste e il superamento dei decibel consentiti per legge. Ma la relazione è arrivata al Comune il 22 dicembre, dunque dopo i controlli di polizia. Pertanto, finora, non è cambiato nulla: la discoteca accoglie centinaia di persone, soprattutto nei fine settimana, e gli abitanti della zona si sentono impazzire, tanto più che le dimensioni del vicolo fanno da cassa di risonanza a tanto rumore. Di qui la protesta del comitato dei residenti, il «Comitato dell’Indirizzo», e la redazione di una lettera aperta all’amministrazione nella quale gli abitanti denunciano lo stato dei fatti ed esprimono delusione nei riguardi dell’amministrazione Bianco. Tante le domande polemiche che rivolgono al suo indirizzo. Com’è possibile che la commissione deputata ha rilasciato i permessi necessari ad aprire questa discoteca priva di insonorizzazione? Perché vigili urbani, carabinieri e polizia si rimpallano la responsabilità di intervenire ogni qualvolta i residenti chiedono il loro intervento per fare cessare la musica a palla e gli schiamazzi? Denunciano, inoltre, che questa zona di città, dall’apertura della discoteca, si è imbarbarita, «sono aumentati gli scippi, i furti di bici negli androni dei palazzi, i furti di moto e di auto, lo spaccio, gli ubriachi e le persone moleste, i parcheggiatori, la vendita abusiva di alcool durante le ore notturne». E un altro rischio i residenti segnalano e denunciano: la copertura del tetto della discoteca è di Eternit, dunque di amianto che, a loro avviso, sollecitato dalle vibrazioni della musica ad alto volume, può rilasciare fibre cancerogene, con grave danno per la salute degli abitanti e dei bambini che frequentano la scuola vicina. i tutto questo i rappresentanti del Comitato hanno discusso venerdì scorso con l’assessore all’Ambiente Saro D’Agata. Questi ha assicurato che sta facendo e farà di tutto per risolvere il problema che, sottolinea, «non attiene soltanto al Comune, ma a tante altre istituzioni». L’assessore ha annunciato di avere preparato un’ordinanza con la quale s’impone ai gestori della discoteca di rispettare i decibel previsti per legge. Ma, poiché i tempi burocratici non sono brevi - e altro tempo occorrerà perché i gestori vi ottemperino provvedendo ad un’adeguata insonorizzazione - sta valutando l’opportunità di trasmettere tutti gli atti all’autorità di pubblica sicurezza perché intervenga e provveda, in questo lasso di tempo, alla tutela della quiete pubblica e dei diritti dei residenti. Per quando riguarda l’eventuale rischio amianto, l’assessore D’Agata assicura che si rivolgerà all’Asp per chiedere un’ispezione e poi deciderà, alla luce dei risultati e della relativa relazione. Inoltre ci tiene a sottolineare che «a dare l’autorizzazione per l’apertura di una discoteca è la questura, sulla base della relazione della commissione provinciale». Come dire: non siamo stati noi a dare l’ok.