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Ultras violenti e il presidente del Paternò calcio dà loro il “Daspo”

Stefania Amato chiude curva: “Preferiamo avere allo stadio le famiglie e i bambini”

Franco Anastasi

20 Gennaio 2015, 12:01

Ultras violenti e il presidente del Paternò calcio dà loro il “Daspo”

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Più che la sconfitta, che comunque ha fortemente amareggiato la presidentessa del Paternò, Stefania Amato, seppure subita contro una forte squadra come lo Scordia, sono stati gli insulti all’indirizzo della società rossazzurra e più segnatamente contro la stessa presidente Amato, e soprattutto la presa di posizione dei tifosi che, a fine gara, hanno preteso che i giocatori del Paternò si sfilassero le magliette per consegnarli a loro. Questo episodio, che con lo sport non ha nulla a che vedere, ha scatenato l’ira del massimo dirigente rossazzurro che, è bene ricordarlo, è avvocato, la quale, attraverso l’ufficio stampa della società, ha emanato un duro comunicato per informare, tra l’altro, che fino alla conclusione della stagione terrà chiusa la curva sud. «Sì, è così – conferma la stessa presidente del Paternò – perché questi non sono tifosi ma soltanto facinorosi che danneggiano la società e non fanno sicuramente bene alla squadra. L’avere obbligato e minacciato i giocatori a consegnare loro le magliette è stato un comportamento assurdo. Per cui ho denunciato i fatti presso le forze dell’ordine». Ma legalmente si può prendere la decisione di non aprire una curva? «Certamente! Sotto l’aspetto della sicurezza non disponiamo di un numero adeguato di stuart per vigilare, in tema di servizio d’ordine, in tutti i settori dello stadio. Di conseguenza, chi vorrà venire a vedere le partite del Paternò andrà in tribuna. E’ bene che si sappia che questi pseudo tifosi non pagano mai il biglietto d’ingresso e che quando vengono allo stadio utilizzano ancora i biglietti omaggio che ho loro regalato la scorsa stagione». Si può affermare, quindi, che la presidente Amato “prescrive” il... Daspo preventivo ai tifosi indesiderati? «Non tocca a me disporre questo tipo di divieti ma alle forze dell’ordine alle quali ha esposto denunzia per le minacce nei confronti dei miei giocatori». Solitamente le società chiedono alle tifoserie di andare allo stadio. «A vedere le partite del Paternò preferiamo avere le famiglie, i bambini e quelli che vogliono il bene della squadra». Prevede provvedimenti nei confronti dei giocatori? «Per ora non abbiamo preso alcuna decisione ma nei prossimi giorni ci incontreremo per conoscere chi intende difendere la maglia e la società e chi, invece, stare dall’altra parte». Se l’è mai chiesto chi me lo fa fare? «Assolutamente no! Intendo portare avanti il progetto Paternò sul quale c’è un importante investimento. Resterò al timone del Paternò a prescindere, dicendo ai contestatori “dura lex sed lex”».