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Agrigento, l’inciucio Pd - Forza Italia che sta spaccando i due partiti

Ferrandelli (Pd) ha chiesto di annullare le primarie, sale di tono lo scontro tra Enzo Gibiino e Riccardo Gallo, segretario regionale e vicesegretario regionale degli azzurri

Fabio Russello

11 Marzo 2015, 01:03

Agrigento, l’inciucio Pd - Forza Italia che sta spaccando i due partiti

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L’accordo ad Agrigento tra il Partito Democratico e Forza Italia con le «primarie» per individuare il candidato sindaco sta creando aspre polemiche interne all’interno degli stessi due partiti.

 

Ad accendere la miccia è stato Fabrizio Ferrandelli, deputato del Pd, che ha chiesto di annullare le primarie o di commissariare il partito Agrigento: «Leggo che il deputato nazionale di Forza Italia e vicesegretario degli azzurri in Sicilia, Riccardo Gallo, che con il suo candidato Silvio Alessi parteciperà alle primarie di Agrigento fianco a fianco con il Pd, chiede a Gibiino l’utilizzo del simbolo di Forza Italia e ribadisce che ogni sua posizione “risponde sempre alle decisioni del presidente Berlusconi”. Più chiaro di così non poteva essere. A questo punto o il segretario provinciale del Pd di Agrigento, Zambito, insieme al presidente dell’Assemblea regionale del Pd, Zambuto, annullano le primarie o il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti deve fare una sola cosa: commissariare il partito ad Agrigento. Il Pd deve essere un partito aperto ma non può diventare la casa delle libertà, dove ognuno fa quel che vuole. È importante l’autodeterminazione dei territori, ma non si può mettere a rischio l’identità di un partito che, ricordo, in Sicilia ha nel pantheon Pio La Torre e Piersanti Mattarella e non certo Silvio Berlusconi».

 

Ma anche lo stesso vicesegretario regionale di Forza Italia, Riccardo Gallo, non si tira indietro e rilancia dopo le accuse del segretario Enzo Gibiino: “Non so con chi Gibiino si stia confrontando ad Agrigento, posto che non lo si vede da diversi mesi nonostante si voti in diversi e importanti Comuni della provincia. A meno che, ma non lo penso, Gibiino si sia confrontato con ben altri soggetti politici aderenti ad altre forze politiche della mia provincia e sia stato indotto da questi ad affidare in appalto esterno il simbolo di Forza Italia e portarlo dal vecchio amico Alfano. Non lo penso - aggiunge - ma mi viene riferito. E allora, l’unico modo che egli ha di dissipare ogni dubbio è quello di affidare ai due soli parlamentari della provincia eletti nell’ allora Pdl e aderenti a Forza Italia e cioè io e Ruvolo la firma congiunta sull’ utilizzo del simbolo. Diversamente, la lealtà di cui parla e si fregia è solo mistificazione. Ribadisco in conclusione che ogni mia posizione risponde sempre alle decisioni del presidente Berlusconi».

 

Il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone cerca di fare il pompiere: “Si tratta di polemiche sterili, la questione verrà affrontata sabato prossimo quando si riunirà il coordinamento regionale del partito dove verranno affrontate sia la questione del candidato per le amministrative ad Agrigento sia le strategie politiche del partito. La Polemica tra Gibiino e Gallo? Rischiano di avere entrambi ragione. Ad Agrigento il rapporto tra Forza Italia e Pd c’era in sintonia con il patto del Nazareno, che a gennaio è venuto meno con il cortocircuito avuto con l’elezione del Capo dello Stato, per l’arroganza e la presunzione del presidente Renzi. Gallo di certo deve prendere atto di questo. Ma che in precedenza ci fosse questo accordo, e che si fosse pensato, anche in assenza di un coordinamento provinciale, di dar vita ad una coalizione localistica, questo è pure vero. Primaria anche all’interno di Forza Italia? Non le escluderei”.