Ripetitività e melodia: i segreti del tormentone perfetto
E’ già cominciata la “battaglia d’estate”: sfida tra giovani e veterani
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Per gli anglofoni è un tarlo (“earworm”), per gli italiani una piacevole tortura: i tormentoni sono un fenomeno della musica tanto misterioso nelle sue ragioni quanto evidente nei suoi effetti. Un effetto palese è il dominio delle classifiche di streaming, vendite ed airplay, specie nella bella stagione quando le case discografiche sfoggiano i loro campioni internazionali.
La ricercatrice di psicologia cognitiva della University of Arkansas Elizabeth Hellmuth Margulis ha invece provato a svelare il mistero dei tormentoni nel suo libro del 2013 “On Repeat: How Music Plays The Mind” che individua nella ripetitività e nella ripetizione i fattori determinanti per portare l’ascoltatore a sentirsi parte attiva in un meccanismo di anticipazione melodica. Questo spiegherebbe da un lato l’uscita anticipata rispetto al solstizio delle canzoni estive più popolari (da Get Lucky nel 2013 a A Sky Full of Stars nel 2014), dall’altro il successo di generi che fanno della ripetizione il proprio punto di forza.
ELETTRONICA. Per questo anche nel 2015 l’elettronica è in prima fila: a darsi battaglia già oggi sono Lean On dei Major Lazer di Diplo con il francese DJ Snake e la cantante danese M, Firestone del norvegese Kygo con Conrad, Headlights del tedesco Robin Schulz con Illsey e Don’t Look Down dell’olandese Martin Garrix con Usher. Completano questa lista tre veterani dei dancefloor francesi come Bob Sinclar con Dawn Tallman in Feel The Vibe, David Guetta con Emeli Sandé in What I Did For Love e Martin Solveig con il duo californiano GTA in Intoxicated. A proposito di veterani, anche l’italiano Giorgio Moroder tornerà nell’arena estiva con il suo album in uscita il 16 giugno: da Déjà Vù sono stati già tratti l’omonimo singolo con Sia e Right Here, Right Now con Kylie Minogue, ma la traccia Diamonds con Charli XCX e Tom’s Diner con Britney Spears non hanno meno possibilità di sfondare.
Oltre la ripetizione in sé, è la melodia a fare grande una hit estiva: lo hanno dimostrato negli ultimi anni gli studi del programma “Music, Mind and Brain” della Goldsmiths University di Londra diretto da Lauren Stewart, che hanno individuato nelle sequenze di tonalità separate da brevi intervalli e mantenute per lungo tempo il minimo comune denominatore dei maggiori successi dell’ultimo cinquantennio.
POP. Per ottenere questo effetto il pop sceglie anche quest’estate le strade della contaminazione: quella fra dance e soul (Hold My Hand di Jess Glynne o King degli Years & Years), fra canto e rap (Wiz Khalifa con Charlie Puth in See You Again o Kanye West con Rihanna e Paul McCartney in FourFiveSeconds) o fra suoni retrò e ritmi incalzanti (Jason Derulo in Want To Want Me e il giamaicano OMI in Cheerleader). MUSICA LATINA. Discorso a parte merita la musica latina che quest’anno vede di nuovo impegnato Enrique Iglesias, già padrone delle classifiche nel 2014 con Bailando: la sua danzereccia ed elettronica El Perdón dovrà contendersi l’attenzione del pubblico con le più analogiche El Mismo Sol dello spagnolo Alvaro Soler, al momento in testa alla classifica dei singoli, e Hasta la Raíz della messicana Natalia Lafourcade.
ITALIANI. Ma la battaglia dell’estate non è solo terreno di conquista, e la musica italiana ha i suoi campioni: se Sei tu la mia città dei Negramaro ha cominciato la corsa diverse settimane fa e la cover Se telefonando di Nek ha avuto addirittura un lancio a Sanremo, Io ti aspetto di Marco Mengoni, C’è sempre una canzone di Ligabue e Buon viaggio (Share the love) di Cesare Cremonini sono le ultime arrivate e fra le più quotate per una stagione di musica italiana. E chissà che gli ultimi singoli di Tiziano Ferro (Lo stadio), Vasco Rossi (Guai) e Jovanotti (Gli immortali e L’estate addosso) non traggano beneficio dai tour dei rispettivi autori negli stadi, più di un passaggio radiofonico.