Catania, rapina con sparatoria al distributore Morto un bandito, ferito gravemente 15enne
L’assalto all’area di servizio lungo la Tangenziale, c’era la polizia
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CATANIA - E’ finita in tragedia una rapina al distributore di carburante Agip che si trova sulla Tangeziale di Catania poco prima dell’uscita di San Giorgio in direzione Siracusa. Un bandito, Francesco D’Arrigo, è infatti morto mentre un altro, di soli 15 anni, è rimasto ferito. I banditi avevano progettato il colpo all’area di servizio senza fare i conti con una pattuglia di scorta della polizia di Stato che è intervenuta e con la quale c’è stata una sparatoria. Il minorenne è ricoverato in ospedale gravi condizioni. Un terzo complice, Samuele Consoli di 21 anni, è stato arrestato, mentre un quarto è riuscito a fuggire ed è attualmente ricercato. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta. La sparatoria tra banditi e polizia è stata violenta. Secondo quanto finora ricostruito, tre banditi erano scesi da un’auto - una Opel Corsa - per compiere la rapina alla tabaccheria dell’area di servizio, mentre un quarto li aspettava alla guida della vettura. Erano circa le 23 di ieri sera. Appena gli agenti sono entrati nell’area di servizio, si sono accorti di quanto stava accadendo, hanno impugnato le armi di servizio e hanno intimato ai rapinatori, che avevano anche loro le armi in pugno per minacciare l’uomo alla cassa della tabaccheria, di gettare le pistole e di arrendersi. Ma i rapinatori, colti dal panico, hanno puntato le armi contro gli agenti e hanno tentato la fuga. E’ qui che è cominciato il violento scontro a fuoco durante il quale due rapinatori sono rimasti feriti in modo grave: il primo, Francesco D’Arrigo, è deceduto poco dopo il ricovero nell’ospedale Vittorio Emanuele, mentre il secondo - il minorenne di 15 anni - è ricoverato nel Policlinico Universitario per una ferita alla testa. Un terzo rapinatore è stato bloccato e arrestato: Samuele Consoli, 21 anni, tra l’altro avrebbe dovuto trovarsi nella propria abitazione perché sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per reati contro il patrimonio. Il gruppo di rapinatori, non era certamente nuovo a simili imprese, anzi, il sospetto è che si fossero resi responsabili di un’altra rapina perpetrata poco prima dell’incursione nel distributore. Due pistole sono state trovate nell’area di servizio della tangenziale di Catania nell’area dove si è svolta la sparatoria, mentre poco più tardi a Librino è stata trovata la Opel Corsa con la quale il quarto rapinatore è fuggito durante la sparatoria con la polizia. Sono scattate a Librino le ricerche del quarto rapinatore. Come detto, la Procura distrettuale del capoluogo etneo ha aperto un’inchiesta e ha disposto delle perizie tecniche e medico legali per fare piena luce sulla accaduto. «I rapinatori erano armati ed hanno puntato una calibro 9 contro una vittima e un poliziotto, quindi certamente c’era un fatto grave: la nostra inchiesta procederà accuratamente ma lo diciamo con chiarezza, consideriamo la polizia come parte offesa» ha detto il procuratore di Catania Giovanni Salvi. «Ci sono molti video, da telecamere esterne e interne, che riproducono chiaramente la dinamica dell’accaduto», ha aggiunto il procuratore Salvi. «È morto un 21enne, Francesco D’Arrigo - ha spiegato - mentre un minorenne è ricoverato in ospedale: le sue condizioni sembrano migliorate dopo un intervento chirurgico, ma non è ancora fuori pericolo. Dal filmato posso affermare sin d’ora con assoluta certezza - ha precisato il procuratore di Catania - che la vicenda si è verificata durante una rapina a mano armata. Due dei tre banditi entrati nella rivendita di tabacchi dell’area di servizio erano armati con riproduzioni precise di pistole calibro 9, ancora non sappiano se funzionanti o meno. Una la impugnava D’Arrigo e l’altra il minorenne. Un poliziotto vedendo dall’esterno puntare le armi contro chi era all’interno della rivendita ha aperto il fuoco e poi ha arrestato uno dei rapinatori». «Il minorenne - ha osservato Salvi - come si vede dai filmati è stato centrato mentre aveva la pistola in mano, e questo evento, dolorosissimo, ha origine nel fatto che un ragazzo di 14-15 anni è stato portato a fare una rapina con arma da fuoco da alcuni maggiorenni. Noi faremo tutte le indagini necessarie nella maniera più meticolosa possibile. Per quello che risulta allo stato - ha concluso Salvi - la Procura della Repubblica procederà ad accertamenti nei confronti dei rapinatori, considerando gli agenti di polizia giudiziaria come parte offesa del reato». «Il nostro pensiero va alla persona scomparsa, al di là di come siano andate le cose», ha invece detto il questore di Catania, Marcello Cardona. «Ho incontrato già i miei due collaboratori - ha aggiunto a margine di una conferenza stampa antimafia che ha portato all’arresto di 25 affiliati al clan dei Cursoti milanesi - e sono molto mesti. Ma dobbiamo sottolineare anche il loro coraggio nell’intervenire prontamente durante una rapina armata in difesa delle vittime».