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Catania, il tardivo licenziamento di Ventrone e l’incubo serie C

Il nuovo preparatore atletico è Massimo Neri: ma basterà per invertire la tendenza negativa?

Andrea Lodato

01 Marzo 2015, 06:03

Catania, il tardivo licenziamento di Ventrone e l’incubo serie C

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CATANIA - Ci sono voluti più di sei mesi per arrivare a prendere la decisione, ma ieri la mortificante sconfitta subita in casa contro il Frosinone ha spinto la società alla decisione estrema: Giampiero Ventrone è stato licenziato, è già arrivato a Catania un nuovo responsabile, che ha preso in mano il settore mettendosi al lavoro già stamattina: è Massimo Neri, anche lui preparatoire atletico con un passato alla Juventus ma che recentemente aveva seguito l’allenatore Fabio Capello nelle sue esperienze al Real Madrid, in Inghilterra e poi in Russia. Adesso per lui comincia una nuova e difficile - viste le condizioni della squadra - all’ombra dell’Etna.   E così, dopo tante polemiche, dopo decine di infortuni, dopo avere visto la squadra non correre mai, ma camminare, rallentare, caracollare stancamente e senza un minimo di mordente e dopo avere visto decine di giocatori alle prese con noie muscolari, con affaticamenti, stanchezza, strappi, ecco arrivata la decisione. Via Ventrone, subito. Cioè già con un bel ritardo, considerato che questa battaglia contro il preparatore la piazza l’aveva scatenata praticamente già dopo poche settimane. Via Ventrone perché la società adesso ha visto tutti gli ultimi arrivati dal mercato perdere decisamente tono, resistenza, rapidità nell’azione, reattività. Nel giro di tre settimane.   Insomma un disastro. Un disastro che, pure, era stato difeso a spada tratta sino a qualche settimana fa, quando ancora Pablo Cosentino aveva giudicato intoccabile e inattaccabile la posizione del responsabile del settore della preparazione fisico-atletica. Un errore, grave, perché pur in una situazione piuttosto confusa e di grande tensione interna come quella che il Catania ha avuto nei lunghi e deprimenti mesi di girone d’andata, con addirittura tre allenatori diversi passati a gestire il capitale giocatori, non si era mai voluta mettere in discussione la posizione di Ventrone.   Adesso sì, ma con una situazione che è fortemente compromessa e che, pur con un altro pezzo di rivoluzione attuata ingaggiando un preparatore atletico di primissimo piano ed alto profilo professionale, potrebbe volgere verso qualcosa di positivo soltanto cercando di salvare il salvabile, cioè la Serie B. Compito non facile, come non sara facile per Massimo Neri reimpostare la preparazione, considerato anche il fatto che il prossimo calendario del Catania prevede cinque gare difficilissime e ravvicinatissime (trasferta a Bari, poi in casa con lo Spezia e a seguire tre trasferte con Modena - recupero -, Vicenza ed Entella) nel giro di tre settimane in cui a stento si potrà fare qualche allenamento defatigante.   La cacciata di Ventrone è un’altra ammissione di responsabilità da parte della società, inequivocabilmente. La scelta fatta in estate di confermare praticamente l’intero blocco argentino è naufragata, costringendo ad un mercato di riparazione che ha generato una squadra tutta nuova. La scelta fatta di confermare Pellegrino, affidandogli quel gruppetto di giocatori risultati per nulla affidabili, ha provocato l’esonero del tecnico e l’arrivo di Sannino. E anche con il tecnico campano i rapporti della società sono stati difficili, un po’ per la posizione assunta dal tecnico, un po’ per quella della società.   Certo, oggi fa riflettere il fatto che una delle questioni sollevate da Sannino, e che hanno portato allo scontro finale e alle dimissioni, riguardasse proprio il ruolo di Ventrone. E, allora, il Catania da oggi riparte senza Ventrone. Per andare dove? E cambiata la squadra per nove undicesimi, mandato via il preparatore atletico, si riusciranno a mettere davvero le cose a posto? La società ci spera, i tifosi a questo punto della stagione, e con la situazione che si è determinata, ci credono sempre meno. Abbiamo scritto non più di due giorni fa che addebitare esclusivamente ad una questione atletica l’atteggiamento regressivo che questa squadra ha avuto nel girone d’andata e nelle ultime due partite dopo la rivoluzione di gennaio, potrebbe essere un po’ superficiale e non spiegare tutti i problemi. Ne restiamo convinti oggi, con Ventrone che se ne va e una squadra che ha bisogno di una gestione energica, di una società sempre più presente, di un presidente che deleghi il meno possibile e per conquistare il miracolo della salvezza ci continui a mettere la faccia. La sua faccia.