Oggi è la giornata mondiale dei vegani. Sapevate che lo erano anche i gladiatori romani?
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ROMA - Oggi, primo novembre, è il World Vegan Day, la giornata mondiale dei vegani. La ricorrenza coincide con la nascita ufficiale del movimento vegano fondato il primo novembre 1944 a Londra dal prof. Leicester Donald Watson, insegnante di inglese che decise di abbandonare la Vegetarian Society con la quale non condivideva più la filosofia dei suoi membri nei confronti degli animali.
La filosofia del veganismo è semplice: è un modo di vivere che evita lo sfruttamento e la crudeltà verso gli animali per procurarsi cibo, vestiti o scopo. il veganesimo promuove l'alimentazione senza animali per un maggiore beneficio della società e dell'ambiente nel suo complesso.
«Da quando ho visitato i mattatoi nel sud della Francia ho smesso di mangiare carne», così Vincent van Gogh scriveva in una lettera al fratello Teo, ma da Sansone, a Paul McCartney, passando per Martin Luther King, e Margherita Hack, è lunghissimo l'elenco di personaggi famosi che hanno scelto di eliminare dalle loro tavole le proteine animali.
Anche i gladiatori romani secondo uno studio realizzato dai ricercatori dell’università di Vienna al centro di un documentario trasmesso dalla tv britannica “Channel Five”, pare fossero vegani anche se sovrappeso. Dall’analisi di oltre 70 ossa di gladiatori trovate a Efeso, in Turchia, pare che seguissero una dieta a base di orzo e fagioli per ingrassare e rafforzarsi.
A tavola, dunque, fagioli, verdure e alcuni tipi di frutta: un mix che li rendeva corpulenti e li proteggeva - con la massa grassa - dai colpi degli avversari.
I vegani hanno anche un santo di riferimento, è san Francesco di Paola (1416 – 1507) che fondò un ordine votato alla perpetua vita quaresimale (con astinenza, motivata da ascetismo religioso, dai “cibi di grasso”, compreso il pesce). Santo, eremita, per la sua dieta parca e frugale fu chiamato dai suoi contemporanei “mangiatore di radici”.
Fra le leggende legate al suo nome quella che Francesco fosse spesso seguito da un agnello che chiamava Martinello. Alcuni ladri glielo rubarono e dopo averlo mangiato, gettarono i resti nella fornace della calce. Appena lo seppe Francesco si recò sul luogo e comincio a chiamare l'agnellino a voce alta: «Martinello, Martinello, vieni qua». Subito l'agnello gli comparve davanti a prendere il cibo dalle sue mani. Lo stesso avvenne di una trota di cui si era presa una cura tutta particolare. Il ladro l'aveva già fatta friggere, ma il Santo la rivolle ad ogni costo. Gli fu riportata che era a pezzi, la mise nell'acqua e all'improvviso rivisse.
Racconti più o meno fantastici a parte, stando ai numeri recenti, il movimento vegano, negli ultimi anni in Italia le persone che hanno deciso di seguire questo tipo di alimentazione (e stile di vita) si sono moltiplicate in maniera esponenziale. Un dato indiretto arriva dalla piattaforma di prenotazione "The Fork" secondo la quale l'81% degli italiani proverebbe un ristorante vegano e il 48% si dice interessato a limitare il consumo di carne in futuro.
L’indagine, realizzata dalla piattaforma di prenotazione online dei ristoranti è stata condotta interpellando 2.275 utenti del servizio e sulla base di locali etichettati vegan o che propongono piatti vegan nel menù. Dall’analisi di mercato risulta inoltre che l’Italia ha registrato in Europa l’aumento più forte di prenotazioni nei ristoranti che offrono anche piatti vegani: i booking sono cresciuti infatti di 26 volte dal 2016 al 2019.
Segue poi il Belgio, con un aumento di 12 volte, e la Francia, 10 volte. Infine gli analisti segnalano che l’Italia è il Paese con il maggior numero di indirizzi vegan friendly, ma a livello di città è Parigi a offrire la più ampia scelta con 293 ristoranti, seguita da Barcellona (266). Nel Belpaese la "top three" è costituita da Roma (264), Milano (124) e Torino (55).