San Martino, non solo estate: 6 cose da sapere sul patrono dei cornuti
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San Martino e la Sicilia
Detti siciliani: “A San Martino ogni mustu diventa vinu“; “S’ammazza lu porcu e si sazza lu vinu“; “Abbagnatu nn’u muscatu“: la tradizione prevedeva un San Martino dei ricchi, che è quello dell’11 novembre, e uno dei poveri, che per festeggiare attendevano la prima Domenica successiva al giorno 11. Il San Martino dei poveri veniva festeggiato a Palermo, con il rito del biscotto di San Martino inzuppato nel vino moscato e liquoroso, il “moscato di Pantelleria” che grazie alla particolare fermentazione presentava un profumo fruttato ed un gusto dolce ed aromatico.
Un’altra curiosa tradizione è quella che si svolge a Palazzo Adriano a Palermo. Qui si ripete una antica usanza che vede i parenti di una coppia farsi carico delle spese degli sposi novelli per la casa e il cibo utile per tutto l’anno. Si prevede anche che durante le ore della mattina, alcuni bambini sfilino per le strade del paese, portando ceste piene degli squisiti “pani di San Martino”. Ai genitori dello sposo spetta in questa occasione regalare ”u quadaruni”, cioè la grossa pentola di rame e, a quelli della sposa “a brascera”, cioè il braciere di rame che serve a riscaldare la casa nei mesi invernali.
A Messina e più precisamente a Mongiuffi Melia, sul versante ionico, si svolge la tradizionale Sagra "Odori e Sapori della Valle del Ghiodaro". Sempre a Messina nella frazione San Martino del comune di Spadafora si festeggia San Martino santo Patrono del borgo.