5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 11:26
×

Daniela Gambino: «Il cambiamento è un nuovo inizio»

Nel nuovo romanzo “La perdonanza” (Laurana editore), la protagonista della storia è Ludovica, l'alter ego letterario della scrittrice palermitana che si ritrova ad affrontare paure che le mozzano il fiato e i pensieri. «Consiglio la lettura - dice l’autrice - a chiunque tenda a resistere ai mutamenti»

Maria Enza Giannetto

29 Settembre 2017, 18:49

Daniela Gambino

1506703379216_1618754312999

«I finali più autentici sono quelli che vanno verso un altro inizio», Daniela Gambino ha scelto questa frase del drammaturgo e attore americano Sam Shepard per introdurre il suo nuovo romanzo "La perdonanza", da pochi giorni in libreria per Laurana editore (192 pagine, 15 euro).
Una frase che riassume, in fondo, una filosofia di vita che la scrittrice e giornalista palermitana, 48 anni appena compiuti, ha fatto sua e ha anche trasferito al suo alter ego letterario in questo romanzo, Ludovica: una quarantenne palermitana che si ritrova ad affrontare paure che le mozzano il fiato e i pensieri. Una quarantenne palermitana che non è Daniela ma che, di fatto, a Daniela assomiglia molto.

«I finali più autentici sono quelli che vanno verso un altro inizio», Daniela Gambino ha scelto questa frase del drammaturgo e attore americano Sam Shepard per introdurre il suo nuovo romanzo "La perdonanza", da pochi giorni in libreria per Laurana editore (192 pagine, 15 euro).

Una frase che riassume, in fondo, una filosofia di vita che la scrittrice e giornalista palermitana, 48 anni appena compiuti, ha fatto sua e ha anche trasferito al suo alter ego letterario in questo romanzo, Ludovica: una quarantenne palermitana che si ritrova ad affrontare paure che le mozzano il fiato e i pensieri. Una quarantenne palermitana che non è Daniela ma che, di fatto, a Daniela assomiglia molto.

Daniela Gambino

La scrittrice e giornalista Daniela Gambino

«Quando mi chiedono – spiega Gambino – se il mio sia o meno un romanzo autobiografico, in fondo, sorrido un po’. Credo che quando si scrive un romanzo del genere sia inevitabile attingere alle proprie esperienze e andare a scavare dentro le proprie paure ed emozioni. Certo, Ludovica è molto più autodistruttiva di me, io ho imparato da un po’ a essere più clemente con me stessa. È come se, da appassionata di subacquea quale sono, mi immergessi nel mio “Io” per ricercare dentro di me le paure più profonde, che probabilmente sono quelle che condividividiamo un po’ tutti, almeno in alcuni momenti della vita: dalla paura di donarsi in pieno, alle ansie che spesso affondano le origini nella nostra infanzia. Quelle paure che, ad un certo punto della vita, bisogna trovare il coraggio di affrontare per costruirsi, per mettere su, pezzo dopo pezzo, un nuovo individuo e ripartire».

Ripartire da se stessi, dopo aver affrontato cicatrici vecchie di decenni, come fa la protagonista del libro che intraprende una ricerca tra le confidenze delle donne in cui si imbatte per capire “cosa spinge due persone a rimanere insieme e come si fa a restare accanto a qualcuno senza soccombere” e comincia a scriverne.

La perdonanza

«Di autobiografico – ammette l’autrice - , nel libro c’è il potere curativo che riconosco alla scrittura. Io scrivo da quando ero una bambina e non saprei neanche dire perché e quando ho cominciato. Scrivo perché non saprei farne a meno».
E infatti scrive Daniela Gambino, che dopo l’esordio con Cosa ti piace di me? (Edizioni della Battaglia, 1994; Castelvecchi, 2000), ha pubblicato 101 cose da fare in Sicilia almeno una volta nella vita (Newton Compton, 2009), 101 storie sulla Sicilia che non ti hanno mai raccontato (Newton Compton, 2010) e l’indagine sul giornalismo al femminile in Italia Media: la versione delle donne (Effequ, 2011). Scrive da sempre e scrive di tutto.

«Al momento – dice – sto lavorando a quello che considero il romanzo classico, quello che per forza di cose arriva dopo la “formazione”. Si tratta di una sorta di saga che riguarda una famiglia di ristoratori palermitani alle prese con i cambiamenti e soprattutto con la rivoluzione dei gusti alimentari».
Ma per quello c’è ancora tempo. «Scrivo con i miei tempi – confessa -. Anche La perdonanza ha avuto una genesi molto lunga e per un po’ ha avuto anche un altro nome, Confidenza col sangue, ma poi ho capito che Ludovica, incapace di donare e donarsi, aveva proprio bisogno di perdono e soprattutto di deporre la sua corazza, e così ho scelto di utilizzare il termine che evoca indulgenza (la Perdonanza Celestiniana  è l'indulgenza plenaria concessa dalla bolla di papa Celestino).

Un romanzo che parla di vita vissuta e di come affrontare i cambiamenti. «Consiglio– conclude Gambino – la lettura soprattutto a chiunque tenda a resistere al cambiamento. A volte la vita ci pone davanti a scelte a cui cerchiamo di opporre resistenza, ma se non si ha la forza di cambiare, si subisce tutto.  I cambiamenti sono necessari, bisogna accettarli e accoglierli e allora, davvero, possono essere un nuovo inizio. Per quanto mi riguarda, posso dire serenamente che la mia fine più importante sia stata quando ho deciso di “andare a fare il funerale alla mia adolescenza”. È stato il cambiamento più doloroso ma inevitabile, e ammetto che è avvenuto parecchio dopo i 19 anni. Diciamo proprio poco tempo fa...».

mariaenzagiannetto@gmail.com