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«Facebook? Zuckerberg ha puntato sulla paura di essere soli»

«Facebook? Zuckerberg ha puntato sulla paura di essere soli»

Di Redazione |

«Mark Zuckerberg ha capitalizzato 50 miliardi di dollari puntando sulla nostra paura di essere soli, ed ecco Facebook: mai nella storia umana c’è stata così tanta comunicazione, la quale però non sfocia nel dialogo, che resta oggi la sfida culturale più importante». È il pensiero del filosofo e sociologo Zygmunt Bauman, giunto a Lignano Sabbiadoro per ricevere il Premio Hemingway 2014, conferitogli per “L’avventura del pensiero”. “Usando Facebook o Twitter mi metto in una cassa di risonanza – ha spiegato – dove mi aspetto che tutti mi diano ragione. È una sorta di stanza degli specchi in cui non ci si confronta, non ci si espone realmente al dialogo che, invece – ha precisato – presuppone che io voglia espormi a qualcuno che la pensa in modo diverso, correndo anche il rischio di avere torto”. Il filosofo e sociologo che ha analizzato la post-modernità e teorizzato la “società liquida”, ha indicato che invece “un esempio di vero dialogo lo ha dato Papa Francesco nella sua prima intervista: ha cercato il dialogo, avendo deciso di confrontarsi con Eugenio Scalfari, giornalista italiano noto per essere dichiaratamente ateo”. Bauman è poi intervenuto sulla Grande Guerra, di cui si è alla vigilia dell’anniversario. “Per evitare nuovi conflitti occorre impegnarsi per imparare l’arte del dialogo, l’unica che può aiutarci ad abbattere i nuovi muri costruiti dopo la caduta del muro di Berlino. Ma dialogare – ha ribadito – vuol dire parlare con qualcuno che ha opinioni diverse, e a volte che aborriamo. Una sfida comunque obbligatoria, visto che viviamo in un mondo interdipendente dove non possiamo evitare di confrontarci con gli altri».

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