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Incendi, le accuse di Rosario Crocetta

Incendi, le accuse di Rosario Crocetta «Basta gli elicotteri per non avere roghi? »

Il governatore: «Maggior parte delle fiamme è di origine dolosa»

Di Redazione |

La Procura della Repubblica di Palermo ha aperto un’inchiesta sugli incendi che nei giorni scorsi hanno danneggiato l’Istituto zooprofilattico e provocato disagi e danni nel quartiere Bonagia. Ma tiene banco la denuncia del presidente della Regione Rosario Crocetta che ha gettato ombre sull’emergenza incendio di queste settimana: «L’anno scorso non ci sono stati incendi nei boschi. Il servizio era stato predisposto molto bene e in tempo. Allora basta avere gli elicotteri pronti perché non accadano gli incendi? Questi mezzi hanno una sorta di potere ignifugo preventivo? Cosi è la Sicilia dei misteri, degli incendi che qualche volta inesistenti e altre volte dappertutto – dice – Naturalmente ci chiediamo dove erano i forestali, la Protezione civile e su questo stiamo intervenendo. Nessuno si chiede perché scoppiano questi incendi, se siano la normalità. Solo pochi casi sono spontanei, la maggior parte dolosi». ACCUSE ALLA BUROCRAZIA. Il Governatore ha accusato anche la burocrazia della Regione: «Gli stipendi dei regionali che devono avere per esempio due tetti, un dei dirigenti della Regione che possono avere 160 mila euro l’anno e l’altro per i dirigenti dell’Ars, il cui tetto può raggiungere i 240 mila e non può scendere al di sotto, ricevendo tra l’altro ostilità, lotta, boicottaggio di una burocrazia privilegiata che è inferocita rispetto al fatto che “poverina” può arrivare al massimo a 240 mila euro». «D’altra parte la Regione è piena sicuramente di dirigenti convinti che la loro retribuzione debba essere più alta di quella del Capo dello Stato. Dobbiamo tenere le assicurazioni private nella sanità, perché appena tenti di proporre una legge per il fondo rischio in sanità, c’è qualcuno che troverà sempre un vizio di forma. Tutto deve rimanere come prima, con un apparato contro gli incendi che non si schiera neanche in Libano, con le forze dell’ordine che devono ogni giorno vigilare sulle città a rischio di devastazione, con un’attività di governo che deve controllare ogni giorno anche le cose più piccole perché anche lì, ce la possono fare. Abbassare il tetto degli stipendi e delle pensioni, è il minimo che possa fare la Regione per dire che ha intrapreso un percorso virtuoso, poiché questa questione ha due aspetti. Da un lato chi afferma che c’è una politica rigorosa che difende il denaro pubblico e dall’altro ci sono dei compensi che privilegiano la meritocrazia perché non possiamo assolutamente accettare che il presidente dell’Irfis, venga pagato per un massimo di 50 mila euro e un dirigente dell’Ars ne debba avere 240 mila. Sono le follie di un sistema che a volte si mostra duro laddove non deve esserlo e molto morbido laddove invece dovrebbe esprimere rigore e durezza. Naturalmente se questo sistema così non funziona è colpa del solito Crocetta, che si è messo in testa che vuole cambiare queste cose, che non vuole assolutamente che ancora oggi quando si attacca la Sicilia si parli di mafia, corruzione e sprechi – dice ancora Crocetta – Naturalmente, non bisogna pensare a “queste cose ma prima allo sviluppo”. Solo che lo sviluppo è questo e senza eliminare le storture del sistema, cercare un investitore che voglia investire il proprio denaro è chiedergli un atto di eroismo. Occorre comprendere che tutte le cose vanno viste come insieme e che una politica di sviluppo è politica di riscatto e normalizzazione del sistema. Abbiamo bisogno di coesione e tranquillità, abbiamo bisogno di programmazione e unità, del coraggio di dire tanti no ai tanti sì, perché se non cambiamo, continuiamo a perpetrare una commedia di inganni che viene pagata solo dal popolo siciliano». ESPOSTO DI LEGAMBIENTE. «Dietro la distruzione dei boschi di Palermo c’è lo scandalo delle tute da sanificare, degli appalti per le attrezzature, del mancato utilizzo delle autobotti e degli operai». Lo ha denunciato Legambiente Sicilia che ha annunciato un esposto alla Procura ed alla Corte dei Conti. «Gli incendi che da tre giorni hanno distrutto i boschi di Palermo – ha detto Angelo Dimarca, responsabile del Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – sono legati allo scandalo degli operai assunti ma non inviati ad operare per assenza di dispositivi di protezione individuale e di attrezzature. Addirittura le tute ignifughe devono essere in parte acquistate ed in parte sanificate, ricucite e sottoposte a trattamento antibatterico. E le tute utilizzate dagli stessi operai lo scorso anno erano tutte inutilizzabili? Dove sono finite tutte le attrezzature? ».

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