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S. Agata: alt a risarcimento devoto morto

S. Agata: alt a risarcimento devoto morto Il 6 dicembre al via il processo d’Appello

«Ci sarebbe blocco delle attività caritatevoli della Chiesa»

Di Carmen Greco |

CATANIA – «Il blocco del patrimonio della Chiesa e delle risorse monetarie comporterebbe l’impossibilità di assolvere alle attività caritatevoli in favore di migliaia di cittadini che giornalmente vengono assistiti». Con questa motivazione il presidente della Corte d’appello di Catania, Alfio Scuto, ha emesso un’ordinanza che sospende provvisoriamente l’esecutività della sentenza del 30 maggio scorso con la quale la terza sezione civile del Tribunale aveva condannato ad un maxi risarcimento l’Arcidiocesi, il Comitato dei festeggiamenti agatini e il ministero dell’Interno, per la morte del devoto di S. Agata, Roberto Calì, travolto dai fedeli in corsa sulla salita di Sangiuliano, nell’edizione 2004 della festa. Intanto il via del processo civile d’appello per la causa di risarcimento è stato fissato per il prossimo 6 dicembre. In primo grado il giudice Dora Bonifacio, il 30 maggio scorso, aveva condannato al risarcimento di 1,2 milioni di euro delle parti civili (i familiari di Calì) l’Arcidiocesi di Catania, ritenuta responsabile della sua morte al 50%, il ministero dell’Interno (al 15%) e il Comitato dei festeggiamenti agatini (altro 15%). Un altro 20% di responsabilità è stata attribuita, invece, alla stessa vittima. L’arcidiocesi – che, fino ad ieri, non ha fatto alcun commento della vicenda – ha chiesto e ottenuto, tramite i suoi legali, una sospensiva dell’esecutività della sentenza, ancor prima dell’udienza “inibitoria” in cui questa questione avrebbe dovuto essere discussa. Nel processo penale è stato condannato con sentenza ormai definitiva a 4 mesi di reclusione (pena sospesa) l’allora maestro del fercolo Alfio Rao, ritenuto responsabile di omicidio colposo.

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