I carabinieri e la procura di Gela hanno fatto luce, dopo 27 anni, sulla scomparsa di una donna che il marito avrebbe ucciso, occultandone il cadavere, e spacciandone la sparizione come allontanamento volontario. Il presunto assassino, Vincenzo Scudera, 56 anni, che oggi vive a Pesaro, che è stato arrestato per omicidio premeditato e aggravato. L’uomo è ritenuto affiliato agli stiddari del clan Riggio di Riesi. La vittima fu Rosaria Palmieri, che all’epoca della scomparsa aveva 22 anni ed era madre di un bambino di 6 anni. Secondo il sostituto procuratore Lucia Lotti «il delitto è maturato in un ambiente di notevole spessore criminale, di omertà, paura e di rilevante degrado morale». Il presunto autore è stato scoperto perché il figlio della vittima, Filippo, oggi 33enne, si è deciso – convinto dalla propria compagna, che fa l’avvocato a Pesaro – a chiedere, lo scorso anno, la dichiarazione della morte presunta della madre, per poterne ereditare una vecchia proprietà. Dalle indagini certosine dei carabinieri di Gela è emerso che Scudera aveva una relazione con una cugina. Una relazione che fu scoperta dalla donna tradita (e poi vittima) grazie a una lettera dell’amante, arrivata erroneamente a casa, e a una collana, trovata nelle tasche del marito, che pensava destinata a lei ma che invece poi vide indosso alla cugina. Della vicenda di Rosaria Palmieri parlano anche tre collaboratori di giustizia. Vincenzo Scudera andò a vivere con la cugina della moglie, da cui ha avuto anche un figlio.