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Tangenti Mose, sì della Camera all’arresto di Giancarlo Galan

Tangenti Mose, sì della Camera all’arresto di Giancarlo Galan

Di Redazione |

ROMA – Sì della Camera all’arresto dell’ex ministro e governatore del Veneto, Giancarlo Galan, richiesto dalla Procura di Venezia che indaga sullo scandalo delle tangenti sul Mose. I voti a favore sono stati 395, 138 i contrari, 2 deputati si sono astenuti. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. Galan – che è deputato di Forza Italia – ha accolto la notizia del via libera della Camera all’autorizzazione all’arresto dal proprio letto di ospedale, a Este, nel padovano, da dove il suo avvocato, Antonio Franchini, ha annunciato la rinnovata richiesta di arresti domiciliari per il proprio assistito. Intanto, l’azienda ospedaliera Uls 17 di Este stamattina lo aveva già formalmente dimesso alle nove, e dunque si allontana l’ipotesi che Galan possa venire piantonato in ospedale: l’esecuzione dell’arresto dovrà avvenire fuori dalle strutture dell’ospedale. «Cosa succederà adesso? – ha detto Franchini – Può succedere che vada in un centro clinico carcerario a Parma, Opera o Bologna, può darsi che resti qui o che vada in carcere in infermeria. Ma, non credo in una cella». La lettera di dimissioni, spiega l’altro codifensore Nicolò Ghedini, «contiene ovviamente tutta una serie di prescrizioni e cure. Non sappiamo ora cosa succederà. Vedremo cosa deciderà il giudice». Galan è il secondo parlamentare di questa legislatura per il quale viene concessa dalla Camera l’autorizzazione all’arresto. Il primo era stato il deputato siciliano del Pd, Francantonio Genovese, coinvolto negli scandali sulla Formazione professionale.

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