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Pozzallo, scafisti arrestati grazie al “selfie” sul telefonino

Pozzallo, scafisti arrestati grazie al “selfie” sul telefonino

Un tunisino e un marocchino sono stati accusati di essere i “traghettatori” dei 357 migranti sbarcati ieri a Pozzallo. Sul loro cellulare trovati fotografie e video di loro stessi che pilotavano il barcone

Di Redazione |

RAGUSA – La polizia di Ragusa ha fermato un tunisino Ali Yookobi, 18 anni, e un marocchino Saber Magdoub, 26 anni, accusati di essere gli scafisti che pilotavano il barcone con 357 migranti poi recuperati dalla nave Bonita Piraeus giunta ieri a Pozzallo. Alcuni migranti testimoni hanno raccontato: «Abbiamo rischiato la vita, improvvisamente il motore è andato a fuoco, forse per il troppo calore o perdita di carburante, e nonostante il pronto intervento di molti di noi riportava danni tanto da non riaccendersi più; per fortuna dopo un pò è sopraggiunta una nave mercantile che ci ha salvati”. Gli scafisti sono stati incastrati da un video girato da loro stessi. Durante lo sbarco il tunisino ha tentato di disfarsi di un cellulare ma è stato bloccato da uno poliziotto della Squadra Mobile. Nel cellulare c’era un video che riprendeva sia lui che il complice mentre pilotavano il peschereccio.   Un altro migrante ha raccontato le fasi precedenti alla partenza dalla Libia sul barcone: “Giunti in questa spiaggia ho trovato altre persone che già attendevano. I libici ci hanno radunati a gruppetti e durante tali fase di organizzazione gli stessi libici non lesinavano di picchiarci e minacciarci di fare presto e accelerare le operazioni. Sulla battigia ad attenderci vi erano due gommoni condotti sempre da libici dove a gruppi di circa 50 persone alla volta salivamo per essere condotti in acque più profonde ove ad attenderci vi era un barcone in legno. Appena ho fatto ingresso sul barcone in legno, ho notato che vi erano tante persone imbarcate ed i libici che organizzavano la sistemazione di noi immigrati, purtroppo a me inizialmente è stato assegnato un posto nella stiva. Da allora per tutta la notte non ho visto nulla in quanto appunto sistemato nel locale sottostante il piano di calpestio”.

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