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Taormina, parla don Salvatore Sinitò

Taormina, parla don Salvatore Sinitò «Me ne vado a testa alta, sono innocente»

Il religioso: «Quella ragazza non è la mia amante»

Di Tony Zermo |

Le maldicenze, le lettere anonime, le telefonate misteriose, gli articoli fumosi dei giornali stanno spingendo il sessantenne arciprete di Taormina, don Salvatore Sinitò, ad andare via dopo cinque anni di permanenza e di una proficua attività. Non ha colpe, non ha ombre, ma molte benemerenze: ha creato un consiglio pastorale eletto dai fedeli, ha riparato le crepe di tutte le chiese medievali di Taormina, ha rimesso a nuovo il cinema parrocchiale e ripreso dopo decenni la festa di San Pancrazio, il Patrono nero che gli svagati taorminesi avevano dimenticato, storditi come sono dai rimbombi e dai luccichii del teatro antico. – Parroco, ma se lei è innocente perché se ne va? Non può sembrare una sconfitta, una ammissione di colpa? «Non sarebbe una sconfitta, ma una vittoria. Me ne vado a testa alta in un’altra parrocchia per non essere elemento di divisione. La comunità è spaccata e io ho lavorato tanto per tenerla unita, per cui preferisco sacrificarmi. Anche Gesù Cristo è morto sulla croce per il bene dell’umanità. Io in fondo cambierei solo parrocchia e terrei al riparo il mio gregge. Comunque è falso che io sia stato mandato via. Vogliono farmi mandare via quelli della controparte, quelli che hanno diffuso le voci anonime. L’arcivescovo mi ha detto solo: scegli quel che è meglio fare per la tua serenità. Allora io da buon prete per salvaguardare la Chiesa debbo anche riflettere su cosa è meglio fare. Queste voci su di me sono state diffuse non da ora sui giornali, ma dal tempo delle lettere anonime che sono state trovate in chiesa, e solo perché una ragazza catechista che veniva in chiesa assieme ad altri ragazzi mi è stata addebitata come amante. Ma era la fidanzata di mio nipote Lillo che ha 25 anni. Io ho 60 anni ed è un cosa molto assurda pensare che possa avere quella ragazza come amante». L’INTERVISTA COMPLETA NELL’EDIZIONE IN EDICOLA

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