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«Mio padre scomparso nel nulla Mi rivolgerò a Papa Francesco»

«Mio padre scomparso nel nulla Mi rivolgerò a Papa Francesco»

L’appello di Maria Florio, secondogenita di Peppino Florio, il 78enne scomparso da Castiglione di Sicilia il 13 agosto 2012 e di cui non si hanno più tracce da quella maledetta mattina

Di Agnese Virgillito |

«E’ impossibile che la terra lo abbia inghiottito. Incredibile pensare, poi, che regni l’omertà. Qualcuno ha visto. Qualcuno sa. E, senza coscienza, tace». Parole di rabbia mista alla speranza di chi è convinta – a distanza di due anni – che il papà, scomparso nel nulla, possa tornare a casa e se non con i propri piedi possa avere una degna sepoltura. A parlare è Maria Florio, secondogenita di Peppino, il 78enne scomparso da Castiglione di Sicilia il 13 agosto 2012 e di cui non si hanno più tracce da quella maledetta mattina dell’antivigilia di ferragosto. «Se ipotizziamo la disgrazia, mi chiedo come sia possibile che neanche l’acqua abbia restituito almeno un brandello di vestito? Le forze dell’ordine – sottolinea la figlia del pensionato scomparso – dovrebbero scandagliare nuovamente il fiume Alcantara. Sono stanca di sentirmi ripetere che non vi sono elementi nuovi. Scriverò – conclude Maria Florio – al capo dello Stato per chiedere verità e semmai giustizia contro la colpevolezza di chi tace. Sensibilizzerò con una lettera anche Papa Francesco, affinché lanci un appello contro chi ignora la popolatissima “terra degli scomparsi”». Peppino Florio è un idraulico in pensione. Quella mattina d’estate di due anni fa è uscito da casa (alle 6.45 circa) per recarsi nel proprio appezzamento di contrada “San Nicola”, distante dalla sua abitazione circa due chilometri e mezzo e a 50 metri dall’Alcantara. Indossava pantaloni classici con piega, una maglietta a quadri e scarpe da tennis nere. Non soffriva di alcun malessere. Si era recato in campagna per raccogliere verdure dall’orto. Sembrerebbe – secondo un testimone oculare – che sia stato visto sul ciglio della strada, vicino al podere, proprio il 13 agosto con un secchio che non è mai stato ritrovato nel casolare dell’agro. Nessuna novità dalla compagnia dei carabinieri di Randazzo, né dal Palazzo di giustizia di Catania, dove il fascicolo contro ignoti – affidato al sostituto procuratore della Repubblica, Angelo Brugaletta – è aperto. Parole di rabbia ma anche ipotesi che gettano ombre su una scomparsa tinta di giallo. «Mi chiedo se le ricerche e i rilievi siano stati compiuti come da protocollo. Ad esempio, l’automobile di mio papà (Opel Corsa) – prosegue Maria Florio – non è mai stata sequestrata dagli inquirenti, nonostante io abbia riferito loro che era parcheggiata nel nostro podere in modo insolito rispetto a come faceva papà: aperta e con le chiavi nel quadro di accensione. Mio padre la chiudeva sempre, anche dentro il garage». Quella maledetta mattina di due anni fa è stata l’inseparabile moglie dell’uomo: Anna Silvestro, 75 anni, ad allarmarsi non vedendolo rincasare, poiché solitamente per le undici era sempre di rientro. E’ ancora lei che lo attende sull’uscio di casa.

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