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Air One chiude i voli, Alitalia smobilita

Air One chiude i voli, Alitalia smobilita Fontanarossa fuori dai piani di Etihad?

Ma la compagnia araba annuncia un volo diretto Catania-Abu Dhabi

Di Tony Zermo |

CATANIA – I 40 della base Alitalia a Catania, tutti facenti parte del personale di cabina, lanciano l’allarme: «Stiamo per perdere il lavoro: aiutateci». Che succede in pratica? Succede che dopo le ampollose dichiarazioni del management Alitalia in merito alla costituzione di una base della compagnia a Fontanarossa, questa base sta per essere cancellata dopo appena un anno dalla sua inaugurazione. «E noi che fine facciamo? – dice un portavoce -. Proprio nel momento in cui Fontanarossa si conferma come uno degli aeroporti in maggiore crescita, proprio nel momento in cui Ryanair fa la sua base a Catania, l’Alitalia abbassa la saracinesca? Ancora non ci è stato comunicato ufficialmente nulla, ma sappiamo che la direzione è questa dopo l’accordo con Etihad». Qualcuno ricorderà che l’Alitalia istituì la sua base a Fontanarossa per decisione dell’amministratore delegato Gabriele Del Torchio che venne a Catania con tutto il suo staff per incontrare il sindaco Enzo Bianco e rese visita anche al nostro giornale che aveva attaccato la compagnia di bandiera per le sue tariffe troppo costose (quando si prende il volo all’ultimo momento). Questa base serviva sia Alitalia che la collegata AirOne, ma non è che sia stata promozionata più di tanto. E a lavorarci alla fine sono rimasti in 40. «Siamo tutti dell’area catanese – dice il portavoce -, e abbiamo fatto risparmiare milioni alla compagnia perché abbiamo dormito a casa nostra senza andare in albergo a dormire e a mangiare. Ma alla compagnia questo non pare interessare molto. E anche i sindacati romani sarebbero pronti ad abbandonarci al nostro destino, che potrebbe essere questo: un paio di anni di mobilità e poi basta. Chi arriva alla pensione bene, chi non ci arriva si arrangi. In sostanza l’Alitalia finora ha campato con la tratta Catania-Roma e ora pensa di lasciare tutto lo spazio alle low cost straniere? ». All’allarme lanciato dai 40 dipendenti Alitalia si aggiunge la comunicazione che da 1° ottobre Air One ferma tutti i voli in partenza in arrivo dalle basi di Palermo e Catania. Sul sito fliairone. it si legge: «Il Gruppo Alitalia nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e nellambito del processo di razionalizzazione della flotta di medio raggio per la stagione invernale, ha deciso di utilizzare prevalentemente i servizi Alitalia anche per attività oggi svolte da Air One Smart Carrier. Di conseguenza, a partire dal 1° ottobre, parallelamente alla consueta chiusura delle rotte estive, buona parte dei voli attualmente effettuati da Air One verrà operata da Alitalia. Tutti i clienti in possesso di biglietti per voli operati da Air One con partenza o rientro in ottobre o nei mesi successivi saranno presto contattati dal Customer Center del Gruppo che fornirà loro i nuovi dettagli del programma di viaggio e le modalità di riprotezione o di rimborso. Il Customer Center contatterà i Clienti a partire da venerdì 29 agosto. I voli che dal mese di ottobre Alitalia opererà in sostituzione del network Air One sono disponibili e acquistabili sul sito www. alitalia. com e in qualsiasi agenzia di viaggio». Un comunciato che sembra il preludio alla chiusura delle basi aere di Catania e Palermo, ma non solo. Ovviamente questi 40 dipendenti Alitalia/AirOne, il cui posto di lavoro è appeso a un filo e che non si sentono tutelati dai loro sindacati, si aggrappano a ogni possibile speranza. Qualcuno pensa che siccome lo sceicco Hamed bin Al Hamed di Abu Dhabi siede nel consiglio di amministrazione di Etihad e ha comprato con la sua «Item» la Perla Jonica, potrebbe avere un qualche interesse a mantenere il presidio della consociata Alitalia a Fontanarossa in previsione di voli diretti dagli Emirati arabi a Catania. E in effetti pare che Etihad abbia in programma dal prossimo anno il collegamento diretto Catania-Abu Dhabi, oltre che voli diretti con Bologna, Venezia e Milano. La realtà è che il futuro di Alitalia, nonostante le euforiche dichiarazioni di ministri e manager, è ancora tutto da decifrare. Abbandonerà Fontanarossa come sua base? Le conviene cedere il passo alle low cost straniere sulla tratta più ricca del Paese? E al limite questi suoi 40 dipendenti, se perdessero il posto, potrebbero trovare sistemazione presso altre compagnie in un aeroporto in crescita costante? Il mangment di Alitalia assicura che questi 40 «non hanno alcun motivo di allarme perché l’attività proseguirà», ma è chiaro che in realtà in un futuro prossimo ci potranno essere “problemi di aggiustamento”. Certo che c’è una situazione paradossale. Lo scalo più «frizzante» del Paese, cioè quello di Catania, ha dovuto subire nel tempo la chiusura di Wind Jet che ha accusato Alitalia di «tradimento commerciale» il che ha comportato qualcosa come più di 500 licenziamenti, e ora Fontanarossa, pur così attrattiva per le compagnie aeree di mezzo mondo, rischia anche la chiusura della base Alitalia/AirOne.

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