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La Regione spende solo il 57% dei fondi Ue

La Regione spende solo il 57% dei fondi Ue Ora si punta al rilancio dell’occupazione

Lavoro in Sicilia: Piano straordinario da 242 miloni di euro

Di Mario Barresi |

Nessuna risorsa in più, impossibile moltiplicare i pani e i pesci nel deserto dell’economia siciliana. Semmai una sana dose dell’arte d’arrangiarsi, facendo di necessità virtù. E un po’ di ingegneria finanziaria, grazie ai risparmi di Stato e Regione nel cofinanziamento dei progetti comunitari. Ma l’obiettivo del cosiddetto «Piano straordinario di interventi per l’occupabilità» è ambizioso: investire 242 milioni di euro «per rilanciare l’occupazione e contrastare la povertà in Sicilia». I soldi arrivano da una rimodulazione del Po-Fse (Programma operativo del Fondo sociale europeo) 2007-2013. La proposta sarà sottoposta dall’Autorità di gestione della Regione al Comitato di sorveglianza di Bruxelles, in un incontro sullo stato di attuazione (la Regione ha finora speso il 57%) e sulla nuova programmazione 2014/20. Per finanziare il piano l’autorità di gestione propone, nella rimodulazione del Po-Fse, una riduzione complessiva del 14,87%, diminuendo il cofinanziamento nazionale del 45,4% (173,30 milioni) e quello regionale del 33,33% (69,48 milioni) e quindi aumentando l’impegno del Fse dal 63,8% al 75%. Una strategia, «al momento in fase di elaborazione», con la quale la Regione vuole «contrastare e prevenire, con risposte concrete, la crescita della disoccupazione, in particolare di quella di lunga durata, delle componenti adulte del mercato del lavoro (tra i 35 e i 64 anni) » e inoltre «arginare la diffusione della povertà». Fra le misure «politiche per il rafforzamento e il collocamento di lavoratori adulti che si trovano in uno stato di disoccupazione da oltre 12 mesi anche sostenendone percorsi per l’avvio di micro imprese e di opportunità di lavoro autonomo» e «il rafforzamento degli interventi a sostegno della mobilità professionale». Ma la Sicilia, come sempre negli ultimi anni, utilizzerà una parte dei fondi europei per allungare la coperta delle emergenze. Non a caso il piano prevede anche la quota-parte sul pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga, oltre che 40 milioni per l’«Avviso 18» (formazione operatori socio-sanitari) e 7 milioni destinati a 20 interventi «per la creazione di imprese innovative di qualità di spin off di centri di ricerca». Ma, oltre a illustrare questa lista di buoni propositi, oggi il governatore Rosario Crocetta dovrà mostrare agli euro-controllori i numeri della spesa certificata. E non solo. Perché magari gli chiederanno spiegazioni sul percorso tormentato del Fondo sociale europeo in Sicilia. L’Autorità di gestione del Fse era il piemontese «lombardizzato», Ludovico Albert, cacciato a fine 2012. E sostituito da Anna Rosa Corsello, madrina di gran parte del dossier di oggi, in parte illustrato due mesi all’Ars in commissione Bilancio. Ma Corsello, dopo il «Click day», si è dimessa anche da responsabile della gestione del Fse. Che poi è anche il plafond da cui si è attinto per il Piano giovani. Con più di qualche domanda in sospeso, che oggi magari il comitato di sorveglianza porrà alla Regione. Non soltanto il doppio cambio di guida all’Autorità di gestione. Ma anche quelle dichiarazioni alla stampa, al culmine dei veleni fra governo e alti burocrati, in cui si sbottò su «documenti di programmazione e delibere firmate siglate senza previa visione». Sullo sfondo c’è l’Olaf, organismo antifrode dell’Ue, al quale il Comitato di sorveglianza potrebbe inviare un report. Ma Crocetta spera di convincere gli ispettori di Bruxelles. E di salvare i 242 milioni.

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