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Sant’Andrea e la leggenda della notte dei lupi

Di Redazione |

Oggi la Chiesa ricorda Sant’Andrea apostolo, il pescatore fratello di Pietro, che per primo seguì Gesù durante le sue predicazioni in Galilea, infatti gli si attribuisce il nome di “Protocleto” cioè chiamato per primo. Nato a Bethsaida di Galilea, morì a Patrasso (Grecia) all’anno 60 d. C., un 30 novembre. 

Nel vangelo di Marco, Andrea si trova nel gruppo con Pietro, Giacomo e Giovanni, sul monte degli Ulivi e il suo nome compare nel primo capitolo degli Atti degli apostoli con quelli degli altri compagni diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.

Secondo un testo non canonico del II secolo, pubblicato nel 1740 sarebbe stato Andrea a incoraggiare Giovanni a scrivere il suo Vangelo, mentre un altro testo copto contiene una benedizione di Gesù ad Andrea: “Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen”.

Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrisse che Andrea predicò il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guidò i cristiani di Patrasso e qui subì il martirio per crocifissione: appeso a testa in giù su una croce in forma di X, quella che da allora venne chiamata “croce di Sant’Andrea”.

Nel sec.XIII le reliquie di Sant’Andrea furono trasferite ad Amalfi mentre la testa fu portata a Roma in San Pietro dove rimase sino a quando Paolo VI la riconsegnò al patriarca ortodosso di Atene. Ad Amalfi il 27 giugno si celebra una grandiosa festa con la caratteristica corsa di Sant’Andrea, vale a dire i devoti che riportano a spalla il busto argentato del Santo, correndo sulla scalinata del Duomo di Amalfi.

L’origine di questa usanza è dovuta ad un protesta inscenata dai portatori nel 1946 che contro la decisione dell’allora vescovo di Salerno Demetrio Moscato, di non far passare la processione come al solito per la spiaggia di Amalfi fecero risalire precipitosamente il simulacro in fretta su per le scale fino all’atrio, dove appoggiatala a terra, chiesero con schiamazzi e grida il suono delle campane (che era stato vietato) e la benedizione eucaristica. Finì che il nuovo vescovo per evitare di cominciare il suo ministero con divieti e forze di polizia a vigilare sulla festa acconsentì alla corsa e nostante siano passati più di 70 anni dalla prima volta, quei pochi secondi nei quali il busto argenteo di Sant’Andrea percorre le scale del Duomo di Amalfi regalano emozioni sempre nuove.

Il culto di Sant’Andrea è fortissimo nella Chiesa ortodossa (una leggenda lo indica come primo vescovo di Bisanzio) e nell’Europa del Nord. A questa popolarità hanno contribuito le leggende sulla sua vita diffuse nel 300 d. C., ma fu nel Medioevo che Andrea, soprattutto in Francia, raccolte una fortissima devozione tanto che il grido di guerra di Goffredo di Buglione, durante la prima Crociata era: “Sant’Andrea di Patrasso!”. La casa di Borgogna si mise sotto la protezione del Santo e molte decorazioni militari e cavalleresche  furono formate dalla Croce di Sant’Andrea. 

Sant’Andrea è considerato il patrono dei macellai, dei cordai, dei pescatori e dei pescivendoli, nonché della Scozia, la cui la bandiera nazionale è infatti caratterizzata proprio dalla “crux decussata” (la decusse, o croce di sant’Andrea, è una pezza onorevole costituita dalla somma di una banda e di una sbarra. Alcuni araldisti usano, raramente, l’espressione croce traversa. In Spagna è detta anche croce di Borgogna; in inglese: saltire). Assieme alla croce di San Giorgio e di San Patrizio, costituiscono la “Union Jack” la bandiera del Regno Unito.

Sant’Andrea è anche il patrono della Romania e lì una leggenda vuole che la notte fra il 29 novembre ed il 30, della la notte di Sant’Andrea, sia la notte degli “strigoi”, i lupi mannari, i morti viventi e gli spiriti che si sono persi hanno il diritto di vagare indisturbati per il mondo. L’apostolo portò il cristianesimo nelle terre geto-dace della Dobrogea. La festività a lui dedicata cade nello stesso giorno di un’altra festa pre-cristiana dedicata al lupo, che a quei tempi era adulato come una divinità.

Il giorno di Sant’Andrea non a caso è conosciuto come “La giornata del lupo”. Si crede che Sant’Andrea, il protettore dei lupi, raccolga tutti i lupi per distribuire loro il cibo necessario a sopravvivere all’inverno. Secondo le superstizioni degli anziani, per proteggersi dai poteri dei lupi e non farli arrivare vicino alle fattorie, in questo giorno non ci si dovrebbe pettinare i capelli, filare, fare pulizie in casa o portare fuori l’immondizia. 

 In alcune zone della Muntenia (una delle regioni della Romania) c’è l’usanza di seminare del grano in un piattino. La persona il cui grano crescerà verde e abbondante avrà un anno prospero e benefico. Il grano cresciuto però non va buttato, bensì dato in pasto agli uccelli. E se la luna sarà piena e il cielo sarà ricoperto di nuvole, ci sarà un inverno lungo e rigido.

 Un’altra curiosissima leggenda narra come le ragazze in cerca di marito debbano dopo aver mangiato metà mela, riporre l’altra metà sotto il cuscino e rivolgendo una preghiera a Sant’Andrea, in sogno quest’ultimo comunicherà loro un segreto tale da permetter loro di sposarsi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA