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Bancarotta fraudolenta, in carcere il costruttore Carlo Borella

Bancarotta fraudolenta, in carcere il costruttore Carlo Borella

L’ex presidente dell’associazione provinciale dei costruttori nei guai con alcuni familiari per il fallimento della Domoter. Avrebbero distratto 20 milioni di euro dai bilanci. Sei commercialisti sospesi dalla professione

Di Redazione |

MESSINA – Un’ordinanza cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e sei interdittive dalle professione di dottore commercialista con divieto di esercitare impresse uffici direttivi nelle imprese. Sono i provvedimenti emessi dal Gip di Messina su richiesta dei sostituti Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, del gruppo Criminalità economica coordinato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento da circa 20 milioni di euro della società Demoter. La persona per le quale è stata disposta l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’operazione denominata “Buco nero” è l’ex presidente dell’associazione provinciale dei costruttori di Messina Carlo Borella, 52 anni. Il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per suo padre, Benito Borella, 78 anni, la sorella Zelinda Borella, 56, Patrizia Surace, 48, il commercialista Benedetto Panarello, 52, Gianfranco Cucinotta, 38, Giuseppe Bottaro, 48, e Agatino Sapdaro, di 35. Al centro dell’inchiesta il fallimento della società Demoter, che fa riferimento al gruppo Borella, e quella che la Procura di Messina definisce la «sistematica distrazione di risorse che ha consentito di far uscire fuori gran parte del capitale della società, rispetto ad un buco complessivo che viene stimato in circa venti milioni di euro». La polizia ha anche sequestrato quote di capitale e azioni di 5 società, facenti riferimento agli indagati, mediante le quali, sostiene l’accusa, sarebbero sono avvenute le distrazioni di denaro. Destinatari della misura interdittiva per due mesi dall’attività di commercialista sono i professionisti Gaetana Patrizia De Luca, 58 anni, Maria Antonietta Chillé, 58, Giuseppe Scandurra, 54, Giosafatto Zaire Zimbé, 43, Sergio Zavaglia, 42, Daniela Lizzio, 38. Sono tutti accusati bancarotta fraudolenta. Le società che sono state interessate dal sequestro disposto dal Gip sono la Hb Spa, Cubo spa, Brick srl, Rcd srl, Epuroxy srl. Complessivamente avrebbero distratto 20 milioni di euro.

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