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Stato Mafia: per Pm, Mannino cercò aiuto di Subranni e Contrada

Stato Mafia: per Pm, Mannino cercò aiuto di Subranni e Contrada

Le preoccupazioni dell’ex ministro che, temendo per la sua vita dopo l’omicidio Lima e le minacce della mafia, tramite il maresciallo Giuliano Guazzelli, avrebbe cercato contatti con l’allora capo del Ros

Di Redazione |

PALERMO – Le preoccupazioni di Calogero Mannino che, temendo per la sua vita dopo l’omicidio Lima e le minacce della mafia, tramite il maresciallo Giuliano Guazzelli avrebbe cercato contatti con l’allora capo del Ros, Antonio Subranni, e la vicenda del «Corvo 2», l’anonimo sui rapporti tra Mannino e i boss corleonesi, sono al centro della seconda parte della requisitoria del pm che sta illustrando le ragioni dell’accusa al processo in abbreviato sula trattativa Stato mafia in cui l’ex ministro dc è imputato di minacce a Corpo politico dello Stato.

Dei timori per la sua incolumità Mannino parlò anche col giornalista Antonio Padellaro, come si evince dagli appunti dell’allora cronista de l’Espresso. Per cercare di cautelarsi l’imputato, tramite Guazzelli, avrebbe dunque cercato l’aiuto di Subranni e poi dell’allora numero due del siede Bruno Contrada (poi condannato per concorso in associazione mafiosa).

Sia dagli appunti di Subranni sia da quelli di Contrada si può desumere che l’ex ministro riuscì nell’intento di incontrare i due investigatori. «Perché Mannino non denunciò le minacce subite e i suoi timori ma incontrò in modo non ufficiale Subranni e Contrada»?, si chiede il pm.

Per l’accusa la risposta sta tutta nell’avvio della trattativa tra l’ex ministro e i boss intrapresa tramite il Ros di Subranni e i suoi contatti con l’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino. Nel corso della requisitoria si è parlato anche dell’omicidio del maresciallo Guazzelli, ucciso, per il Pm, per dare un segnale a Mannino e Subranni, alzare il tiro e imporre accordi ad alti livelli.

Altro capitolo è quello del cosiddetto anonimo Corvo 2 in cui, nella primavera del 1992, si denunciavano i legami tra l’ex ministro a i boss Corleonesi. Il Pm ha ricostruito i fatti sostenendo che Mannino, Subranni e Contrada fecero di tutto per fare naufragare l’inchiesta sul Corvo assegnata originariamente all’allora pm Paolo Borsellino. Sarà Subranni in persona – ha ricordato il Pm – a chiedere all’allora procuratore Piero Giammanco di chiudere l’indagine sul Corvo definita «inutile» dal capo del Ros.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA