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Studenti fuorisede al Nord, crolla il business-affitti

Di Pierangela Cannone |

Catania. Quale destino attende gli studenti siciliani iscritti nelle università del Nord, adesso che, superata l’emergenza, si dovrebbero attrezzare per risalire? Soprattutto, in quanti torneranno a Milano, Roma, Torino, Firenze, Bergamo col rischio di dovere pagare nuovamente a vuoto gli affitti o di seguire le lezioni online, come potrebbe avvenire, a costo zero, restando in Sicilia?

L’oscillazione del mercato immobiliare dipende proprio da questo “yo-yo dell’incertezza”: secondo le ultime indagini del portale Immobiliare.it, dopo anni in cui accaparrarsi una stanza era diventata per molti studenti e lavoratori ardua impresa, il 2020 registra un’impennata nell’offerta. Ed è tutta colpa del Covid, che ha svuotato, da Nord a Sud, le stanze generalmente affittate agli studenti. In Italia la disponibilità di camere rispetto al 2019 è, infatti, più che raddoppiata (+149%). Milano è la città record per quanto riguarda la disponibilità di stanze, con il 290% in più su base annuale, seguita da Bologna che registra il 270%. Offerta quasi triplicata a Padova (+180%) e Firenze (+175%) e raddoppiata a Torino (108%), Roma (+130%) e Napoli (+100%). La frenata sul caro prezzi è, quindi, inevitabile, al pari dell’incertezza di un ritorno degli studenti: a seguito del lock down che ha riportato in Sicilia buona parte dei fuorisede, costringendo le famiglie a pagare a vuoto locazioni di non poco conto, in quanti adesso sono ancora disposti a concedere una replica?

Ad avere influito allo svuotamento delle stanze è anche l’incertezza circa le modalità con cui si svolgeranno le lezioni universitarie durante l’anno accademico che si appresta a iniziare. La proposta del ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, sulla ripartenza con le aule piene a metà per garantire il distanziamento non è sufficiente a far cambiare idea a chi ha deciso di seguire le lezioni vista mare. «Studierò da Catania – dice Arianna Nicosia, che l’anno scorso è partita a Torino per frequentare Ingegneria fisica al Politecnico – Per fortuna che molte lezioni saranno online. Da febbraio pago a vuoto una stanza: ero scesa per trascorrere un po’ di tempo in famiglia, ma poi non sono potuta più risalire. Il proprietario della casa mi è venuto incontro solo per due mesi, durante i quali ho pagato il 50% della locazione. A settembre lascio. Alcuni miei colleghi che sono rimasti a Torino pagheranno un po’ meno. Ma si tratta di poche decine di euro. La media è di 350€ a stanza».

Resta in Sicilia anche la calatina Nicole Ausilio, iscritta in Geologia a Milano. «Mi restano da dare poche materie – afferma – e, a prescindere, non avrei continuato a pagare un affitto esoso col rischio che quanto accaduto possa ripetersi. Fino a giugno ho pagato 600€ al mese per un monolocale, ed è già un buon prezzo. Il post lockdown ha liberato immobili, ma i proprietari non si sono scoraggiati: confermando locazioni a 600-650 euro anziché 700 si stanno aggiudicando i contratti. Quando sono andata a vivere a Milano, ero entusiasta di affrontare un’esperienza lontana da casa, ma adesso ci resto con piacere. Sono convinta che in Sicilia le opportunità ci sono. Bisogna solo insistere più del dovuto».

Il catanese Giacomo Ferrara, invece, ha trascorso il lockdown a Roma, dove studia Economia alla Luiss, e si appresta a completare nella Capitale l’ultimo anno di specialistica. «Pago 600 euro per un bilocale e non ho subito variazioni nel costo perché ho sempre vissuto nell’immobile. Molti colleghi, invece, sono dovuti rientrare a casa e si sono accordati con i proprietari, che a tutela anche dei propri interessi sono venuti incontro agli studenti ribassando i prezzi. Non mollo Roma», anche se le lezioni proseguiranno online.

E gli studenti siciliani che frequentano gli atenei dell’Isola da fuorisede che fine faranno? «L’estate sta finendo, cantavano i Righiera, ma l’università inizierà? – si interroga Giuseppe Dimartino, che studia Lettere nell’ateneo catanese ed è di Santa Croce Camerina – Per i fuorisede l’interrogativo è particolarmente prioritario: in molti stiamo continuando a pagare il canone d’affitto, dimezzato grazie al buon senso di qualche padrone di casa, ma il lock down ha messo ko le realtà imprenditoriali che permettevano agli universitari di mantenersi in autonomia dalle famiglie. Fermo restando la moderazione, l’equilibrio, il senso di responsabilità e la voglia di ripartire, si deve fare il possibile per permetterci di rientrare. La confederazione studentesca “Sìamo Futuro”, di cui faccio parte, ha sostenuto la causa di un contributo una tantum di 500 euro ai fuorisede. Adesso, però, servono certezze: da febbraio a ora la distanza non è stata solo fisica, ma anche umana, in antitesi all’università pensata e voluta dagli studenti». La questione resta aperta. Ed è alimentata da porte ancora chiuse.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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