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L’odissea della Circonvallazione tra code, buche, “trappole” e buio

L’odissea della Circonvallazione tra code, buche, “trappole” e buio tra buche, code, curve a gomito e buio pesto

Viaggio sull’arteria cerniera della città tra i disagi vissuti quotidianamente dalle migliaia di automobilisti che la attraversano: manutenzione inesistente, zero vigilanza e tante “dimenticanze”

Di Orazio Provini |

Se non vi fosse mai capitato di contarli, tra andata e ritorno, dalla rotonda di Monte Po, dove comincia o finisce, a secondo del vostro senso di marcia e fino a Ognina, sono in totale quindici chilometri. Diciamo sette e mezzo per lato. Una bella striscia di asfalto (si fa per dire) che taglia diametralmente in due la città, portandola dal mare fino alla sua parte più interna. E’ la circonvallazione di Catania: Una sorta di croce e delizia per automobilisti e pedoni, ma anche un bel rompicapo per le istituzioni.

Una strada primaria di grande traffico, che dovrebbe essere attraversata, più o meno rapidamente, in sicurezza, con una chiara e visibile segnaletica che rassicura e indirizza chi la percorre. In fondo basta andare in tutte le altre grandi città d’Italia per trovarne una simile, per lunghezza, viabilità e struttura. Che la si percorra da Est o da Ovest, non è che sia così sicura e “amabilmente” percorribile. Figuriamoci poi per i pedoni, costretti in fase di attraversamento a essere insieme coraggiosi, istintivi e un pizzico temerari. Diciamolo chiaro: percorrerla in auto o in moto o con qualunque altro mezzo che abbia ruote e motore (o anche una bici) non è spesso né piacevole e nemmeno sicuro.

Colpa del manto stradale, della scarsa o inesistente segnaletica (orizzontale e verticale che sia) dell’imperizia di noi automobilisti che la scambiamo per un’autostrada e di chi ne cura la gestione. Una strada lunga nel suo totale quindici chilometri e con una grande quantità di mezzi che la percorrono, dovrebbe essere curata, coccolata, controllata e anche protetta. La sensazione è che invece sia trascurata, come dimenticata e gestita come fosse una strada secondaria e non che attraversa una grande città, collegandola alle periferie, ai raccordi per le provinciali, le statali e le autostrade. Servirebbero esperti della circolazione, della viabilità, dell’illuminazione, della segnaletica, dell’arredamento, della sicurezza soprattutto e della sua rimodulazione, quando e dove serve. Corsie larghe e ben segnalate, indicazioni semplici e precise, attraversamenti pedonali illuminati. Invece? Invece c’è poco o nulla di tutto questo. Lo dicono i catanesi che quotidianamente la percorrono, lo dicono i frequenti incidenti che vi si registrano, lo dice poi, spesso meravigliandosi, chi vi si trova su per la prima volta, muovendosi come smarrito e incapace di capire quali direzioni prendere per raggiungere questa o quella zona. L’ARTICOLO COMPLETO SU “LA SICILIA” IN EDICOLACOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA