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Promettevano crediti a imprenditori in crisi

Promettevano crediti a imprenditori in crisi la truffa dei broker catanesi finiti in manette

Sette agli arresti domiciliari, indagato anche ex deputato del Pdl

Di Redazione |

CATANIA – Incassando commissioni davano l’accesso al credito di Montepaschi e Mps Capital service ad aziende in forte crisi, alle quali le banche non concedevano finanziamenti. È l’accusa contestata a sette persone che avrebbero guadagnato 4,2 milioni di provvigioni, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza per associazione per delinquere e abusiva mediazione creditizia. La Procura di Catania ha indagato, in stato di libertà, l’ex eurodeputato fiorentino Paolo Bartolozzi del Pdl, eletto nelle liste del Pdl nella legislatura 2009-2014, che ha avuto notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli arrestati, nell’ambito dell’operazione “Broker Abuse”, sono il consulente Domenico Marcuccio, 66 anni, originario di Giarre; il perito informatico Davide Zuppelli, di 40 anni, di Catania; il commercialista Giuseppe Quattrocchi, di 64 anni, di Catania; l’impiegato di banca Placido Bruno, di 63 anni, di Adrano (Catania); il libero professionista Angelo Salvatore Porto, di 51 anni, di Catania; l’ex funzionario di banca adesso in pensione Giampiero Meschino, di 58 anni, di Firenze; il pensionato Andrea Conti, di 67 anni, di Dicomano (Firenze). Le indagini della Guardia di finanza di Catania sono state avviate da due “segnalazioni di operazioni sospette” trasmesse dalla Banca d’Italia su Domenico Marcuccio, imprenditore del settore dei servizi alle imprese, sul versamento di assegni per oltre 3 milioni di euro emessi da società di diverse regioni italiane, e contestuale prelievo in contanti delle somme.   Gli accertamenti delle Fiamme gialle avrebbero consentito di appurare «l’esistenza di un’organizzazione, con base in Sicilia e Toscana che, approfittando dello stato di forte difficoltà economica di alcune aziende che non riuscivano più ad accedere al credito bancario, prometteva loro di ottenere i finanziamenti necessari, anche senza le previste garanzie patrimoniali». L’attività, sostengono gli investigatori, era svolta principalmente a Firenze e «in modo abusivo perché non autorizzata dalla Banca d’Italia», eppure avrebbe avuto un volume di «richieste complessive per 300 milioni di euro»”. Secondo la Procura di Catania, «Domenico Marcuccio – avvalendosi dei propri collaboratori catanesi Davide Quattrocchi, Placido Bruno e Angelo Salvatore Porto – si occupava di individuare imprese che avevano la necessità di finanziamenti bancari alle quali proporre la possibilità, previo pagamento di commissioni, di accedere al credito da parte della Monte dei Paschi di Siena e della Mps Capital Services». Obbligo era quello di versare in anticipo il 50% della provvigione che corrispondeva al 4-6% del finanziamento richiesto alla banca. L’ex europarlamentare del Pdl Paolo Bartolozzi è indagato «per l’influenza esercitata sui dirigenti della banca»”, e Giampiero Meschino, funzionario di Mps Capital Service, per «l’opera di preventivo esame e “aggiustamento” delle pratiche da trattare». Marcuccio è indagato anche per un’evasione fiscale da 6 milioni di euro, e nei suoi confronti è stato emesso un sequestro beni per 1,6 milioni di euro.   Monte Paschi di Siena e Mps Capital Services risultano parte lesa nell’inchiesta. Secondo quanto si è appreso il “giro” di domande di finanziamenti passato attraverso i sette indagati agli arresti domiciliari sarebbe stato sì di 300 milioni di euro, ma non tutte le richieste sarebbero andate a buon fine. Sarebbero stati 15 milioni i crediti concessi tramite l’intervento della “banda”. Le indagini delle Fiamme gialle del comando provinciale etneo sono state coordinate dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi, dall’aggiunto Michelangelo Patanè, e dai sostituti Alessia Natale e Alessandro Sorrentino.

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