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Crocetta: «Sfiducia o no, resto al mio posto

Crocetta: «Sfiducia o no, resto al mio posto e non ho paura della sfida elettorale»

All’Ars si discute la mozione, momenti di tensione con il M5S

Di Redazione |

PALERMO – Dal tardo pomeriggio l’Ars è riunita per discutere le mozioni di sfiducia contro il presidente della Regione Rosario Crocetta presentate dalle opposizione, da M5S e dal Centrodestra. Mozioni di sfiducia che avevano già numeri molto risicati prima del varo del Crocetta Ter e della ritrovata compattezza del Pd siciliano attorno al governatore (si parlava di circa 40 voti contro i 46 che servono per mandare a casa Crocetta) e che molto difficilmente riusciranno a passare. Ma in politica mai dire mai. E i mal di pancia di ieri di Art. 4 (formazione politica che sostiene Crocetta) possono lasciare spazio all’immaginazione. Crocetta però non è sembrato preoccupato: «Interrompere l’esperienza di governo in questo momento creerebbe problemi drammatici alla Sicilia. Non ho imprese da difendere, non ho interessi personali da difendere, da presidente della Regione non ho fatto i soldi. Come diceva il Manifesto di Marx del 1848 abbiamo solo le catene da perdere. Non temo le elezioni, non temo la sfida elettorale perché stravinceremo con un ampia maggioranza, piuttosto centrodestra e M5s cosa faranno? Si presenteranno alleati? Andiamo al voto, vediamo chi vince, noi siamo uniti» ha detto il governatore intervendo all’Ars. LE PAROLE DEL M5S Poco prima c’era stata un po’ di tensione con l’aula sospesa per alcuni minuti quando il presidente Rosario Crocetta ha minacciato di lasciare sala d’Ercole dopo che il capogruppo M5s, Valentina Zafarana che stava illustrando la mozione di sfiducia, ha detto che qualche deputato voterà mettendo contemporaneamente mano al portafogli. A quel punto il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha richiamato all’ordine e la seduta parlamentare è ripresa, con Crocetta che ha ripreso il suo posto tra i banchi del governo.   Zafarana nel suo intervento aveva detto che «bisogna staccare subito la spina al governo Crocetta per il bene di tutti i siciliani». «Il governatore ha nominato in 24 mesi 33 assessori, più di uno al mese. Vogliamo poi parlare del Muos? Dei comuni senza soldi? Della rinuncia a contenziosi da 4 miliardi con lo Stato? – ha detto ancora – Alle ridicole finanziarie impallinate per la maggior parte dal Commissario dello Stato? ».   Replicando all’intervento della capogruppo dei pentastellati, Crocetta ha detto che «il Movimento 5stelle è sempre più razzista, omofobo e persino filomafioso». «Siete intolleranti e prevaricanti – ha aggiunto – sapete solo organizzare dissenso sistematico nelle piazze per delegittimarmi». Dopo la replica del governatore Rosario Crocetta, è cominciato il dibattito parlamentare sulle mozioni di sfiducia al presidente. Si sono iscritti a parlare solo i deputati dell’opposizione, i parlamentari della maggioranza hanno deciso di non intervenire in aula.   L’INTERVENTO DI MUSUMECI Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars nel suo discorso per illustrare le ragioni del voto affermativo alla mozione di sfiducia, ha chiesto di votare la sfiducia «la rivoluzione degli annunci, la rivoluzione del vuoto, del nulla». «Oggi – ha spiegato – noi dell’opposizione proviamo a liberare per la seconda volta la Sicilia dal suo governatore, una scelta meditata e ragionata, l’unica possibile che una forza di opposizione possa immaginare e mettere in atto. Speriamo non vinca ancora il partito di Nicodemo, che stava di giorno con Cristo e di notte con i farisei, speriamo che chi nella maggioranza ha criticato Crocetta di giorno e cercato trattative con lui di notte, faccia oggi prevalere il coraggio per racimolare i voti necessari alla sfiducia». C’è stato anche un duro battibecco in aula tra il deputato Antonio Malafarina e Nello Musumeci, che è anche presidente dell’Antimafia regionale. I toni si sono accesi quando Malafarina, dal pulpito, ha rimproverato a Musumeci di non avere tolto la firma dalla mozione di sfiducia dei 5stelle dopo che Beppe Grillo ha parlato, allo sfiducia day, di una «mafia che aveva una morale». A quel punto, Musumeci ha urlato a Malafarina di «non speculare sulla mafia», ma il deputato del Megafono ha ricordato il suo impegno antimafia da ex questore e le azioni di denuncia portate avanti nel tempo assieme a Rosario Crocetta.   LA TELEFONATA DI BERLUSCONI Durante il dibattito è anche arrivata la telefonata a sorpresa di Silvio Berlusconi ai deputati di Forza Italia. L’ex premier, che era in compagnia del coordinatore regionale degli azzurri Enzo Gibiino, ha parlato al telefono con alcuni dei deputati mentre era in corso l’intervento in aula del capogruppo di Fi, Marco Falcone. «Ci ha incitati ad andare avanti, cercando di essere più incisivi nella comunicazione con la stampa», ha detto il deputato azzurro Giuseppe Milazzo. CRACOLICI: «SFIDUCIA SARA’ BOCCIATA» Il deputato Pd all’Ars Antonello Cracolici nel suo intervento in aula ha detto che «fin dall’inizio, la sfiducia dell’opposizione era una sfiducia sfiduciata. Quindi disperata. Certo, anche io l’avrei presentata se fossi stato un deputato di opposizione. Ma oggi siamo di fronte a un nuovo governo. Mi pare chiaro che questa sfiducia verrà bocciata», ha concluso chiede all’opposizione di ritirare la sfiducia.

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