Notizie Locali


SEZIONI
Catania 12°

Il ministro Martina «Un miliardo alla pesca e task force per le Regioni»

Il ministro Martina «Un miliardo alla pesca e task force per le Regioni»

Gli stanziamenti annunciati ad Augusta ma anticipati al nostro giornale

Di Mario Barresi |

CATANIA – Sbarca in Sicilia con bastimento carico di fondi – un miliardo fra Ue e Stato – per la pesca. E lo annuncerà oggi ad Augusta nel corso del “Blue Day” che trasforma l’Isola nell’ombelico euromediterraneo delle politiche del settore. Ma, saltando dai pescherecci agli agrumeti, Maurizio Martina ci anticipa anche il «via libera al progetto italiano sul virus Tristeza», con 1,7 milioni «per azioni di monitoraggio delle aree colpite e contenimento della malattia». E il ministro delle Politiche agricole risponde anche all’allarme di Confagricoltura sulla siccità: «Anticiperemo il pagamento di 1,4 miliardi di euro di finanziamenti comunitari a un milione di aziende agricole, soprattutto per dare ossigeno a chi è stato colpito dal maltempo».   Ministro Martina, torna in Sicilia dopo pochi mesi per riparlare di pesca con un’interlocuzione europea. Cosa si aspetta dal “Blue Day” di Augusta? «Si tratta di uno degli appuntamenti centrali del programma del Semestre italiano di Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Unione europea. Abbiamo fortemente voluto il Blue Day in Sicilia proprio per dare una nuova centralità alle politiche per il Mediterraneo. Innovazione, pesca sostenibile, conservazione e sviluppo delle risorse ittiche, cooperazione fra i diversi Stati anche in ottica di una sicurezza alimentare globale. L’obiettivo dei lavori è il dialogo sulle strategie da adottare per la tutela e la conservazione delle risorse ittiche, insieme allo sviluppo di misure per migliorare le politiche di pesca territoriali e armonizzarle in un contesto euromediterraneo».   Nell’ultima sua visita, in agosto, lanciò il Piano della pesca con un progetto-pilota per la Sicilia. A che punto siamo? «Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) l’Unione europea ha approvato gli accordi di partenariato, con 1 miliardo di euro di spesa per il settore della pesca, con un cofinanziamento di 537 milioni di euro per parte comunitaria. Per le risorse della Politica comune della pesca dove in troppe regioni, fra cui anche la Sicilia, c’è il rischio di disimpegno e questo non è accettabile. Negli anni passati avremmo potuto fare meglio su questo fronte e questo è un obiettivo che ci dobbiamo dare per la prossima programmazione. Intanto, abbiamo attivato già da alcune settimane anche la “task force” di sostegno alle Regioni per evitare il disimpegno automatico dei fondi europei Programmazione 2007-2013. Siamo operativi e nelle prossime settimane avremo i primi risultati di un lavoro che andrà avanti per sei mesi. Sul piano delle semplificazioni abbiamo ricevuto le domande previste dal bando effettuato e entro la prossima settimana la commissione chiuderà i lavori e verranno assegnati i 400mila euro stanziati».   Il nostro giornale ha raccolto la denuncia degli agrumicoltori di Confagricoltura: siccità record e deficit infrastrutturale nelle reti irrigue fanno alzare i costi di produzione e migliaia di aziende sono in ginocchio. Cosa si può fare? «Stiamo lavorando con le Regioni, considerato che è stata un’annata difficile sotto il profilo atmosferico in vari territori del Paese. Proprio per questo abbiamo deciso di anticipare il pagamento di 1,4 miliardi di euro di finanziamenti comunitari a un milione di aziende agricole italiane, soprattutto per dare ossigeno a chi è stato colpito dal maltempo. Sul piano irriguo stiamo lavorando, perché senza dubbio un miglioramento nell’efficienza della gestione delle risorse idriche è indispensabile per aumentare il grado di competitività delle aziende».   Un’altra questione calda nel comparto agrumicolo riguarda gli interventi sul virus Tristeza. A che punto siamo? «Proprio in questi giorni la Commissione europea ha approvato il progetto presentato dall’Italia, elaborato anche con la Regione Sicilia, per il cofinanziamento del piano interventi. Mettiamo in campo 1,7 milioni di euro, di cui il 50% di fonte comunitaria, per azioni di monitoraggio delle aree colpite e contenimento della malattia. Con i fondi del Psr si procederà poi con l’impianto di nuovi alberi più resistenti e per il reintegro delle situazioni danneggiate. Tra l’altro sul fronte fitosanitario, non solo legato al virus Tristeza, ci siamo battuti a Bruxelles per ottenere misure straordinarie. Da luglio, infatti, i requisiti per l’ingresso di agrumi nel territorio dell’Ue sono più stringenti».   Nell’Isola, nonostante l’incapacità, ci si lamenta che la nuova Pac 2014/20 penalizza la nostra agricoltura nella distribuzione del plafond e in alcune scelte strategiche. È soltanto il solito piagnisteo meridionale? «Abbiamo spesso ribadito come questa non sia la Pac dei sogni e proprio per questo ho parlato con il nuovo Commissario all’Agricoltura dell’Ue Phil Hogan in vista di una revisione che ci sarà dopo il 2015. Non è la Pac del Nord così come non lo è del Meridione e nelle scelte nazionali abbiamo seguito criteri oggettivi come la produzione lorda vendibile. Abbiamo fatto scelte non banali, come non dare più contributi a soggetti come la banche, le società immobiliari, finanziarie e assicurative. Abbiamo destinato 80 milioni di euro l’anno per l’aumento del 25% degli aiuti diretti per i giovani agricoltori. Credo che il Sud possa svolgere un ruolo da protagonista nel settore agroalimentare da qui al 2020, ma dobbiamo migliorare nelle capacità di spesa attraverso la semplificazione».   Ha da poco lanciato un piano di investimenti da 2 miliardi per la filiera agroalimentare nel triennio 2015/17. Di cosa si tratta? Quali le possibili ricadute? «Sono interventi finanziari mirati e con risorse già certe e disponibili che ora dobbiamo mettere a disposizione degli imprenditori. Mettiamo in campo 8 strumenti su “misura” per accompagnare le aziende della filiera agricola e alimentare nel futuro. Questo piano è la dimostrazione che è possibile investire nel settore e rappresenta un segnale forte alle imprese, in un momento di mercato difficile e con problemi anche sul fronte del credito. Vogliamo dare un’iniezione di fiducia al sistema e contribuire al rilancio e alla competitività, anche a livello internazionale. Spazio anche ai giovani, non solo quelli già impegnati nel settore, ma per tutti quelli che guardano con interesse all’agricoltura e alle sue potenzialità. Lo Stato non farà l’imprenditore, ma investirà in progetti concreti, assicurando il lavoro di un’amministrazione amica al fianco dei produttori».   Nell’Isola c’è molta attesa, ma anche altrettanto scetticismo, per Expo 2015. La Regione è capofila del “Cluster Bio Mediterraneo”. Cosa significa ciò per un imprenditore siciliano? Lei ha un monitoraggio della tabella di marcia, ci sono dei ritardi? «Expo è un’occasione unica per tutta l’Italia e la Sicilia sarà una delle protagoniste, proprio grazie all’impegno che sta mettendo nel progetto del “Cluster Bio Mediterraneo”. Sarà un grande spazio per dare rilevanza ad un valore strategico regionale e nazionale come la biodiversità in un dialogo euromediterraneo che è sempre più necessario. Sono convinto che stiamo recuperando il tempo perso in passato e che l’appuntamento di Milano saprà dimostrare le potenze del sistema Italia».   È di queste ore la notizia di un passaggio decisivo per il riconoscimento Unesco della vite ad alberello di Pantelleria. Sarebbe la prima volta che si sceglie come Patrimonio dell’Umanità una “pratica enologica”. Cosa può significare questo per la Sicilia? «È davvero una grande opportunità e non solo per Pantelleria, ma per tutta Italia. Il Ministero ha lavorato moltissimo su questo dossier. Sono stato a Pantelleria ad agosto e a novembre sosterremo all’Unesco questa iniziativa che premia l’agricoltura eroica pantesca. La pratica agricola della vite ad alberello rappresenta un esempio unico nel suo genere di coltivazione, tramandatasi di generazione in generazione. Fa parte di quella tradizione che contraddistingue il nostro modello agricolo e che si proietta nel futuro, come una parte importante del patrimonio di biodiversità italiano».   Alla fine dell’ultima visita in Sicilia definì «sorprendente, davvero fantastica» la classe imprenditoriale agricola. Ma, al di là delle eccellenze che resistono, centinaia di piccole aziende alzano bandiera bianca. Ci dà una ragione, almeno una, per cui restare in campagna? «Ho visto dinamismo, capacità, innovazione e voglia di futuro. Agli imprenditori siciliani, come a quelli italiani e soprattutto ai giovani, dico che il governo c’è e vuole essere dallo loro parte. Il settore agroalimentare è una colonna portante dell’economia nazionale e sono convinto che sarà protagonista del rilancio del Paese. Abbiamo due imperativi: nuova occupazione e semplificazione. In questi mesi stiamo lavorando fortemente su questi due aspetti, come con le azioni di #campolibero nella legge Competitività. Lì abbiamo inserito per la prima volta in agricoltura il taglio dell’Irap, che al Sud arriva fino a 10.500 euro per assunzioni di giovani e donne. Gli sgravi di 1/3 delle retribuzioni lorde per stabilizzare i contratti di lavoro dei giovani, insieme ai mutui a tasso zero per gli under 40. A fine anno partirà il registro unico dei controlli che rappresenta un taglio alla burocrazia inutile, evitando la duplicazione delle verifiche di più organismi sulla stessa materia». twitter: @MarioBarresi

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: