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Protesi d’anca, l’ospedale “Giglio” di Cefalù è il primo centro in Sicilia

Protesi d’anca, l’ospedale “Giglio” di Cefalù è il primo centro in Sicilia

L’ultimo report dell’Osservatorio Epidemiologico regionale pone il nosocomio del Palermitano al vertice con 276 interventi nel 2012. Stesso trend anche nel 2013

Di Antonio Fiasconaro |

PALERMO – L’obiettivo è quello di evitare sempre più la “migrazione” verso altri centri specializzati del Nord. L’ospedale “Giglio” di Cefalù è il primo centro siciliano per avere eseguito interventi di protesi d’anca. In un solo anno ne sono stati eseguiti 276 – dato relativo al 2012 e l’ospedale cefaludese dovrebbe mantenere anche lo stesso trend nel 2013. Non a caso ancora oggi l’11 per cento dei siciliani che devono sottoporsi ad interventi di protesi d’anca preferiscono andare in altri centri specializzati fuori dall’Isola. Il dato è stato certificato anche dal report pubblicato dall’Osservatorio Epidemiologico regionale, dell’assessorato regionale della Salute diretto da Ignazio Tozzo. Gli interventi sono stati effettuati dalle unità operative di Ortopedia, diretta da Filippo Boniforti, e di Traumatologia, diretta da Antonio Pace. «L’intervento di protesi d’anca – ha spiegato il direttore generale dell’ospedale della cittadina normanna, Vittorio Virgilio – è uno dei motivi che inducono ad eseguire i cosiddetti viaggi della speranza. Tra i nostri obiettivi, come centro di alta specializzazione c’è anche la riduzione della mobilità passiva che stiamo percorrendo con una offerta di buona sanità, che consente, fra l’altro, alla nostra Regione di mantenere e investire le risorse dei siciliani in Sicilia». «Oggi – aggiunge Boniforti – l’alto volume di interventi e di pazienti che si rivolgono alla nostra struttura è sinonimo di accuratezza e di affidabilità. Rispondiamo a questa fiducia, lavorando con standard elevati confrontabili con tutta Europa». «L’intervento di protesi d’anca – continua Pace – rappresentava una patologia di frequente migrazione verso il nord. In questi anni, possiamo affermare, c’è stato un trasferimento di competenze in Sicilia che ha consentito di affinare la tecnica e di ottenere una costanza dei risultati».

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