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Articolo 4, lo “strappo” dentro il partito

Articolo 4, lo “strappo” dentro il partito e l’addio del fondatore Lino Leanza

I deputati: «Auguri a lui, ma il nostro non è il partito di uno solo»

Di Redazione |

PALERMO – Lo strappo è ufficiale. Lino Leanza lascia la sua “creatura”, il movimento Articolo 4, e il gruppo all’Assemblea regionale siciliana. È il risultato di settimane di tensioni, maturate all’ombra delle “trattative” per la formazione del Crocetta ter, e adesso esplose con l’annuncio dello stesso Leanza, che va via e fa gli auguri ai suoi ex compagni. A causare malumori e spaccature dentro il gruppo all’Assemblea regionale siciliana era stato il rifiuto da parte del governatore di concedere due assessorati al movimento. Incassato il no di Crocetta alla riconferma di Paolo Ezechia Reale, i deputati di Articolo 4 avevano anche dovuto accettare l’unico posto in giunta lasciato disponibile ed oggi ricoperto dal noto penalista Nino Caleca, indicato proprio da Leanza che questa mattina ha partecipato alla presentazione della nuova giunta. Una scelta che aveva spinto i dissidenti del movimento, capitanati dal capogruppo all’Ars, Luca Sammartino, a dire di non sentirsi rappresentati nel nuovo esecutivo.  

I parlamentari di Articolo 4 all’Assemblea regionale siciliana in una nota hanno ricambiato a Leanza «gli auguri per il suo futuro percorso», ma – ha sottolineato il capogruppo Luca Sammartino, Art. 4 non è «il partito di uno ma il movimento di tutti e attento a tutti. Da sempre abbiamo interpretato il cambiamento in atto della nostra regione come nel Paese e non intendiamo appiattirci su vecchi schemi ormai invisi alla gente». I deputati hanno spiegato che «Articolo 4 proseguirà la sua attività politica e parlamentare all’Ars come nei tanti comuni dove è rappresentato e lo farà con l’orgoglio di aver tenuta dritta la barra e non aver deviato dalla direzione morale, etica e politica che si era prefissato. La nostra è stata una battaglia alla luce del sole improntata alla crescita dell’intero movimento».  

«Non abbiamo mai ceduto alla tentazione di sederci al tavolo delle trattative – hanno aggiunto – né ci siamo mai dimenticati l’obiettivo che era quello di portare avanti un partito dalle idee forti e chiare e ben radicato nel territorio. Abbiamo, insomma, remato sempre nella medesima direzione comune. Articolo 4 oggi è riconoscibile proprio per i valori in cui crede e che mantiene. Sono quei valori che restano come patrimonio. Non si tratta di un marchio o di una griffe. Non siamo mai stati e mai saremo un movimento “griffato”. Siamo i deputati e i consiglieri della gente e vogliamo che quel simbolo serva solo a riconoscerci come le donne e gli uomini che si battono per i problemi comuni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA