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Trivelle, Crocetta rifinisce l’intesa ma le proteste non si fermano

Trivelle, Crocetta rifinisce l’intesa ma le proteste non si fermano

E’ stato stabilito che tutte le società di estrazione che operano nell’Isola debbano avere sede legale in Sicilia. Il sindaco di Pantelleria scrive al presidente: «Fermi le trivellazioni»

Di Redazione |

PALERMO – Il presidente della Regione Rosario Crocetta e il presidente del settore idrocarburi di Assomineraria, Pietro Cavanna, hanno firmato un addendum al protocollo di intesa sottoscritto lo scorso 4 giugno 2014. È stato stabilito che il Comitato sarà integrato dal dirigente generale del Dipartimento della pesca mediterranea e dal dirigente generale del Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana. «Oltre a questo – si legge in una nota del governatore – c’è l’impegno, relativamente a tutte le attività di estrazione di idrocarburi sul territorio della Regione siciliana (onshore) e nell’offshore ad esso adiacente, ad avviare l’iter affinchè tali attività siano svolte attraverso soggetti giuridici aventi la sede legale nel territorio della Regione».   L’APPELLO DEL SINDACO DI PANTELLERIA Il sindaco di Pantelleria non ci sta a vedere trasformare in groviera il mare che circonda l’isola che amministra. E così Salvatore Gabriele, dopo l’ok al protocollo sulla svolta “Green” del petrolchimico di Gela, che autorizza l’Eni a effettuare nuove attività di esplorazione e ricerca di idrocarburi nel canale di Sicilia lancia un appello al governatore Rosario Crocetta. «Fermi questo declino – scrive il sindaco nella lettera firmata anche dai ragazzi dell’associazione Agorà – fermi le trivellazioni, presidente Crocetta, e punti ad uno sviluppo sostenibile della sua terra». «La Sicilia ha perso la bussola, le raffinerie e le trivelle appartengono ad un’idea di industrializzazione annì60 che ha portato più danni alla salute dell’uomo che lavoro all’uomo». «Il governo nazionale, quello regionale e l’Eni vorrebbero tentare di barattare il mantenimento dell’occupazione nelle raffineria di Gela, Milazzo e Priolo – prosegue il sindaco -, coronando di trivelle il Mediterraneo e pensando erroneamente a royalty significative che entrerebbero nelle casse dello Stato o della Regione. Ma sappiamo bene che la realtà è un’altra: un mare di concessioni e di buchi con scarsi risultati e ingenti danni ambientali».

LA QUESTIONE DELLA ROYALTIES A propostito di royalties, Crocetta ha dichiarato che “dalle attività estrattive (di idrocarburi, ndr) a regime la Regione incasserà tra 350 e 500 milioni di euro fra royalties e tasse versate direttamente nelle nostre casse dalle imprese, grazie al protocollo firmato a giugno con Assomineraria”. Ma secondo Greenpeace i numeri di Crocetta, riferiti al piano di maggiore sfruttamento di gas e petrolio in Sicilia, sono “fantasiosi ben oltre i limiti dell’irrealtà”. Nel 2012 – l’anno in cui le royalties sugli idrocarburi in Sicilia hanno fruttato di più – la Regione Siciliana ha incassato poco più di 10 milioni di euro, mentre i Comuni poco più di 19 milioni. “In altre parole, – osserva Greenpeace – per arrivare al gettito previsto da Crocetta le estrazioni andrebbero potenziate, nei prossimi anni, tra le 10 e le 17 volte».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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