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Il dipendente assenteista per non mantenere l’ex moglie

Il dipendente assenteista per non mantenere l’ex moglie

La storia dell’impiegato del Genio Civvile licenziato dalla Regione: è scomparso per sei mesi, aveva rinunciato allo stipendio, ma conservato il posto: la richiesta della 13ª ha fatto scattare la “punizione”

Di Redazione |

SIRACUSA – Riconoscere il mantenimento alla ex? Giammai. Nemmeno se lo ha stabilito il tribunale. Come fare allora per sottrarsi all’onere? Semplice: basta non andare al lavoro e pertanto rinunciare allo stipendio. Un escamotage a cui è ricorso un pubblico dipendente. Una storia che ha preso il via diversi mesi fa e che forse la farraginosità della macchina amministrativa pubblica avrebbe scoperto chissà quando, se quell’impiegato “rinunciatario”, probabilmente ormai con le finanze ridotte, non avesse avanzato richiesta all’ufficio di cui ancora risultava dipendente, il Genio civile, di avere riconosciuta la tredicesima.   È così che è emerso un caso di assenteismo più unico che raro: da sei mesi Lorenzo Mallia, 43 anni, non andava in ufficio. Ma, per correttezza, aveva rinunciato all’emolumento mensile. Questo però non sta a significare che non avesse comunque mantenuto il posto, evitando pertanto di presentare le proprie dimissioni. Probabile, dunque, che l’impiegato intendesse tornare nel suo ufficio e riprendere le sue regolari mansioni.   L’uomo era stato assunto nel 2009, beneficiando della legge speciale per persone appartenenti a famiglie con gravi problemi (da giovanissimo aveva perso il padre, morto in mare). Mallia è sempre stato un impiegato modello, ligio al dovere, come lo descrivono i colleghi. Pare fosse sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via.   Un rigore comportamentale non comune, dicono ancora i suoi ormai ex colleghi. Gli stessi che però raccontano anche del suo cambiamento da quasi un anno, dopo la separazione dalla moglie. Prima, pare, solo piccoli segnali, poi, all’improvviso, la scomparsa dagli uffici. Fato è che ora per l’ex impiegato-modello, è prevista la “punizione” più pesante: il licenziamento.   La Regione (di cui il Genio civile è espressione sul territorio) non intende più annoverare tra i suoi dipendenti chi si è reso responsabile di un’assenza così prolungata e tantomeno giustificata. In tempi di rigore amministrativo, non è contemplata alcuna forma d’indulgenza.

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