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L’Ue multa l’Italia per le discariche

L’Ue multa l’Italia per le discariche e le colpe sono anche della Sicilia

Nell’Isola differenziata troppo a rilento e impianti al collasso

Di Redazione |

BRUXELLES – Multa record per l’Italia condannata a pagare una sanzione forfettaria di 40 milioni e una penalità di 42,8 milioni per ogni semestre di ritardo nel mettersi in regola, rispetto alla sentenza del 2007 sui rifiuti. È quanto prevede la condanna inflitta dalla Corte Ue nei confronti del nostro Paese per non essersi ancora adeguata alla direttiva sulle discariche. Una stangata milionaria respinta con vigore dal ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti, che annuncia che non verrà pagato “nemmeno un euro”, ricordando che il governo ormai da tempo ha voltato pagina. La sanzione, sottolinea il ministro, è “riferita al passato. Le discariche abusive in Italia sono già in sicurezza. Andremo in Europa – prosegue Galletti – con la forza delle cose fatte per chiudere i conti con la vecchia e pericolosa gestione” e “per non pagare nemmeno un euro di quella multa”. “Siamo passati – spiega il ministro – da 4866 discariche abusive contestate a 218, nell’aprile 2013. Una cifra che a oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di stabilità 2014 sono stati stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30 delle 45 discariche rimaste, anche attraverso accordi di programma sottoscritti in questi giorni con Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia»   Già, la Sicilia, ovvero la Regione d’Italia che – secondo gli ultimi dati dell’Ispra – fa maggior ricorso alle discariche insieme con il Lazio. Oltre l’83% dei rifiuti dei siciliani vengono conferiti in discarica: una percentuale altissima se si pensa che ci sono Regioni come il Trentino Alto Adige e Veneto che giungono sino al 60 per cento e altre come come Friuli Venezia-Giulia, Marche o Piemonte che superano il 50 per cento di smaltimento in differenziata e che la media italiana è pari al 40 per cento. In Sicilia invece solo il 12,3 per cento dei rifiuti viene raccolto e smaltito in maniera differenziata. E questo nonostante le discariche siciliane siano ormai al collasso, sia perché molte sono state chiuse (anche da inchieste della magistratura) e sia perché il conferimento in discarica è l’unica via scelta da chi ci governa che non ha mai pensato a una vera alternativa. Negli ultimi anni il settore è stato un vero e proprio buco nero, con costi elevatissimi, centinaia di poltrone (vi ricordate gli Ato e i debiti a nove zeri accumulati dagli ambiti territoriali) e riforme annunciate ma mai portate a termine.   Manca proprio la volontà politica di mettere mano a un settore dove naturalmente anche la criminalità organizzata ha un certo peso. E’ vero, ci sono stati Ato virtuosi, oggi ci sono piccoli Comuni siciliani che possono vantare percentuali di raccolta differenziata simili a quelle delle Regioni del Nord, ma sono mosche bianche: è sotto gli occhi di tutti che nei grossi centri urbani la raccolta differenziata è fatta solo a parole. Ci sono i cassonetti di colore diverso per plastica, e carta, ma poi dentro ci trovi di tutto e tutto insieme appassionatamente. Colpa anche della civiltà della gente. Ma non ci sono controlli e non ci sono veri e proprio piani d’intervento per far partire una raccolta differenziata a regola d’arte. Ecco perché la maxi multa comminata dall’Ue all’Italia per le discariche è anche colpa della Sicilia.

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