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La verità di Veronica e Davide Stival

La verità di Veronica e Davide Stival «Non abbiamo nulla da nascondere»

L’intervista esclusiva al nostro giornale: «Basta voci di cortile»

Di MARIO BARRESI  Nostr |

SANTA CROCE CAMERINA – Il dolore ha trasfigurato il suo viso giovane, quello di una mamma di venticinque anni; ma ormai non più spensierato. Veronica Panarello è affranta. E ripete la sua verità con quel poco di voce che le rimane: «Ma come ve lo devo dire? Io quella mattina Loris l’ho accompagnato vicino alla scuola. Era uscito di casa assieme a me e al fratellino, siamo arrivati in macchina e l’ho lasciato. Poi, all’uscita sono andato a prenderlo e non c’era più. Le cose sono andate così, questa è la verità». La mamma del bimbo di Santa Croce è nell’occhio del ciclone dopo la rivelazione dei video delle telecamere di sorveglianza che ritrarrebbero una sequenza di eventi – in quella maledetta mattina di sabato – diversa da come l’ha raccontata. A tutti. Soprattutto ai magistrati che l’hanno sentita, sempre come persona informata sui fatti; martedì per oltre tre ore e poi anche ieri, per poche decine di minuti, per poi riportarla in casa poco prima che iniziasse la perquisizione.   E anche il papà, Davide Stival, chiarisce con forza: «Noi non ci dobbiamo difendere da niente, non abbiamo nulla da nascondere». L’unica cosa che vuole questo giovane padre, un autotrasportatore 29enne che sabato scorso era in viaggio fuori Sicilia, è «cercare soltanto la verità, perché noi vogliamo che venga trovato non “un” colpevole, ma “il” colpevole».   Gli Stival, nel primo pomeriggio di ieri, hanno fatto muro. Un muro «contro le voci di cortile e le bugie che ci hanno feriti e uccisi». Ma visto che la pressione mediatica è cresciuta assieme al pressing giudiziario, la famiglia del piccolo Andrea Loris ha conferito anche incarico a un legale di fiducia, «nella veste di parti offese» specifica il diretto interessato, Franco Villardita. «Respingiamo con forza le voci di corridoio e le indiscrezioni di stampa che non sono supportate da riscontri oggettivi».   Rompe il ghiaccio, parlando per la prima volta con l’assistenza del loro avvocato, questa giovane coppia che da sabato scorso è sotto i riflettori mediatici, passata al setaccio dall’opinione pubblica. Chiedono – senza rabbia, ma con altrettanta fermezza – di «essere lasciati in pace», perché «siamo distrutti dal dolore e dobbiamo pure sopportare l’incubo vivere con le telecamere sotto casa».   Avrebbero pure pensato di lasciarlo, l’appartamento al terzo piano di un più che dignitoso stabile di via Garibaldi. Ma fino a ieri pomeriggio sono rimasti lì, «a collaborare in tutto e per tutto con gli investigatori scientifici così come è stato sempre fatto con la magistratura e le forze dell’ordine sin dal primo momento dell’indagine sulla morte di Andrea Loris», rivendica l’avvocato Villardita. Non vogliono parlare delle tante indiscrezioni circolate, né aggiungere nulla in più «alla grandissima sofferenza e al dolore della nostra famiglia che non ha nemmeno potuto piangere e vegliare la salma del nostro Loris», dicono gli Stival. Che non si sentono assediati dalle indagini né dalle perquisizioni, perché «tutta la famiglia ha piena e incondizionata fiducia nei confronti di chi sta cercando di scoprire chi ha rapito e ucciso Loris», scandisce il legale. Con auspicio finale di prammatica: «Siamo fiduciosi che sarà fatta luce presto sulla tragica morte di un bambino innocente di otto anni».   Un’altra difesa senza se e senza ma arriva da Antonella Stival, la prozia di Andrea Loris. Che subito dopo il ritrovamento si era lasciata scappare davanti ai taccuini di numerosi cronisti la frase «non pensate che questa è la famiglia del Mulino Bianco». Ma che adesso rispolvera l’orgoglio dell’appartenenza: «Ho tenuto e terrò sempre alto il valore della mia famiglia. E chi si sente davvero uno Stival, come lo sono io, sicuramente lo fa e lo farà. Gli Stival siamo gente perbene, apprezzati da tutti per le nostre caratteristiche familiari: la dignità, l’amore per la famiglia, l’onestà». Se la prende con «alcuni giornalisti da strapazzo, criminologi e quant’altro, che si sono permessi di infangare il nostro buon nome». Dichiarando guerra al fango: «Da adesso in poi, dichiaro che se dovesse capitarmi di sentire altre bugie o illazioni sulla mia famiglia, agirò per vie legali». E difende con forza anche la mamma di Loris: «Mia nipote è una mamma esemplare. Adesso basta con tutte queste cattiverie e bugie. Loris non ha mai marinato la scuola. Come tutti i bambini di questo mondo avrà pure avuto il mal di scuola per restare a casa, o no? ». Ricordando che «la vigilanza e l’amore di Veronica lo hanno accompagnato in quella maledetta mattina».   Calano le tenebre, in casa Stival. Un altro interminabile giorno è passato. Il quinto, compreso quel maledetto sabato di fine novembre. Dopo il quale niente, a Santa Croce Camerina, è più come prima.   twitter: @MarioBarresi

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