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Loris, mamma Veronica portata in Procura

Loris, mamma Veronica portata in Procura c’è anche il marito. Il legale: non è indagata

Ed è caccia anche a un uomo misterioso coinvolto nel delitto

Di Redazione |

SANTA CROCE CAMERINA – Veronica Panarello, la madre del piccolo Loris – il bambimo di Santa Croce Camerina ucciso sabato 29 ottobre e trovato morto in un canalone nelle campagne del paese – questo pomeriggio è stata prelevata a casa da polizia e carabinieri. Gli investigatori si erano presentati in massa pochi minuti prima nell’abitazione della famiglia Stival, dove la donna si trovava in compagnia del marito Davide. Anche lui è salito sull’auto della polizia che ha accompagnato la coppia alla Procura di Ragusa, dove con tutta probabilità Veronica Panarello verrà sentita dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Potrebbe essere la svolta del giallo. Dovrebbe essere arrivato il momento di chiarire i “buchi” presenti nei racconti e negli spostamenti della mamma. Potrebbe essere ascoltata nuovamente come persona informata sui fatti o potrebbe essere che gli venga consegnato un avviso di reato e che venga sottoposta a interrogatorio nella nuova veste di indagata. Ma il legale della famiglia Stival, l’avvocato Francesco Villardita, ha detto che «non c’è nulla di nuovo rispetto a prima» e che la sua assistista «è sentita come persona informata sui fatti. Non è indagata, meno che mai fermata o arrestata».   La piazza principale di Santa Croce Camerina appare “distratta” rispetto alla notizia che si è sparsa subito in paese del prelevamento da parte di polizia e carabinieri della mamma di Loris Stival. «Non si può dire nulla – commenta un anziano – perché la vicenda non si è ancora conclusa. Speriamo che finisca tutto presto sia perché si chiarisca cosa è accaduto ma anche perché il paese possa tornare ad essere tranquillo». «È una cosa inattesa che speriamo si chiarisca presto, lei è sempre stata una mamma perfetta: affettuosa e attenta» hanno detto invece dei vicini di casa non appena le auto di polizia e carabinieri sono partite per la Procura di Ragusa. «È un doppio dramma – ha commentato un’altra signora con il marito – per il bambino e anche per lei, noi siamo convinti che lei non c’entri alcunché».   «Comunque andranno le cose sarà una brutta storia. Ma ritengo opportuno non fare commenti, prima di parlare aspetto notizie ufficiali dalla procura di Ragusa» si è invece limitato a dire il sindaco di Santa Croce Camerina, Franco Iurato, commentando gli ultimi sviluppi del caso di Loris.   Nel frattempo, secondo indiscrezioni, si cerca un uomo misterioso che avrebbe avuto un ruolo nell’omicidio del piccolo Loris. Perché – anche se gli inquirenti fossero definitivamente convinti della colpevolezza della madre – non tutto quello che è successo la mattina di sabato 29 ottobre può essere ricodnotto all’azione di una donna e perdipù da sola.   Un “mister X”, ma che comunque non è uno sconosciuto. Perché l’uso, tanto improprio quanto efficace, delle fascette elettriche presuppone magari delle mani forti; possibilmente maschili. Perché il peso del corpo di Loris, incrociato con la presunta velocità di alcune azioni raccontate dalle telecamere forniscono un parametro non facilmente accostabile all’azione di una donna solitaria. Perché alcuni elementi raccolti portano al sospetto, molto fondato; ma non alla certezza di prove a prova di processo. Basterebbe meno della metà delle “zone grigie” della mattinata di Veronica, per giustificare un coinvolgimento ufficiale della donna nell’indagine. Che in questo momento potrebbe essere sotto torchio in Procura su orari e telecamere, piccole e grandi bugie.   In queste ore ogni segnale diventa comunque un elemento su cui riflettere. E a Santa Croce non sono passati inosservati i post sulla bacheca Facebook di Antonella Stival, la prozia di Loris che il giorno dopo del delitto si lasciò scappare il famoso «questa non è la famiglia del Mulino Bianco». La signora, dopo aver invocato, venerdì alle 21,43, un «bastardi costituitevi! » (al plurale, ndr), sabato alle 19,17 posta un cripitico messaggio: «InFausto pensiero… ». Un gioco di parole, in cui aggettivi e nomi si fondono nel sospetto. Con ricerca, tutt’altro che spasmodica, di corrispondenze anagrafiche negli alberi genealogici delle persone a vario titolo protagoniste di questo giallo. E matching più o meno corrispondenti a chiacchiericci da bar della piazza.   A proposito di piazza: l’ormai mitico Orazio Fidone, unico indagato «per ragioni tecniche» nel fascicolo per la morte di Loris, preferisce non commentare gli ultimi sviluppi limitando a chiedere di lascire in pace la sua famiglia. Intanto il genero Fausto Mandarà, con lui ha annunciato “le opportune iniziative in sede legale nei confronti di chi ha postato su un social network” il suo nome per un presunto coinvolgimento indiretto nel caso. «Non conosco la signora – aggiunge – e non ho avuto alcun coinvolgimento nell’inchiesta, sono stato sentito come tanti altri, ma sono completamente estraneo a tutta questa vicenda».

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