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Loris, la mamma interrogata per cinque ore

Loris, la mamma interrogata per cinque ore ma nessuna ammissione: prelevato il Dna

Il legale: «Indagine frettolosa, nei video il bimbo non si riconosce»

Di Redazione |

RAGUSA – È terminato dopo cinque ore l’interrogatorio della madre di Loris, Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio sabato 29 ottobre e di averne occultato il cadavere nel canalone di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce di Camerina. Ma anche oggi, secondo quanto si apprende, la donna non avrebbe ammesso alcuna responsabilità dell’omicidio e avrebbe ribadito la sua versione dei fatti. Anche di fronte alle imaggini delle telecamere di sorveglianza del paese, la donna ha insistito: «Ma come ve lo devo dire – ha detto rivolta al procuratore capo Carmelo Petralia e al sostituto Marico Rota – io Loris l’ho accompaganto a scuola».   Nella tarda mattinata fonti qualificate avevano riferito che la donna all’inizio era intenzionata ad avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma il fatto che l’interrogatorio sia durato così tanto fa supporre che Veronica Panarello abbia invece collavorato e risposto alle domande della pubblica accusa. Circostanza poi confermata dal legale della donna, avvocato Francesco Villardita. «È stato un interrogatorio lungo – ha detto – al quale la mia cliente ha risposto punto su punto, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata».

PRELIEVO DEL DNA E POI IN CARCERE A CATANIA Subito dopo l’interrogatorio esperti della Polizia Scientifica hanno eseguito un prelievo del Dna di Veronica Panarello per fare dei confronti comparativi con altri campioni isolati durante le indagini. La donna, a conclusione di tutte le attività in corso nella Questura di Ragusa, è stata trasferita nel carcere di Piazza Lanza a Catania. «Vergogna, vergogna… », hanno urlato decine di cittadini contro la mamma di Loris quando è uscita dalla questura di Ragusa per essere condotta Catania. Applausi, invece, sono stati scanditi al passaggio delle forze dell’ordine.    L’AVVOCATO: «NEL VIDEO IL BIMBO NON SI RICONOSCE» L’avvocato Villardita al termine dell’interrogatorio si è intrattenuto con i cronisti sottolineando che «La “prima donnA” di questa vicenda sono i video di sorveglianza, il “grande fratello”» di Santa Croce Camerina. Tanto che – ha spiegato il legale – nell’interrogatorio si è parlato praticamente solo dei video, mentre non è stato affrontato l’argomento dell’arma del delitto, ovvero le fascette di plastica da elettricista. E a proposito di video, Villardita ha replicato così a chi gli chiedeva cosa avesse fatto Veronica di fronte ai video che smentiscono che il bimbo sia stato accompaganto a scuola: «Ma chi ha detto che Loris è tornato a casa? Da quel filmato visionato con la mia assistita non si riconosce nessuno. E abbiamo anche prove testimoniali che dimostrano che il bambino è stato accompagnato a scuola». La mamma di Loris «ha visto il fotogramma – ha aggiunto il legale -, e ha chiesto da cosa avrebbero individuato il fatto che fosse Loris. Perché non è assolutamente soggetto individuabile. Questa certezza non ce l’ha nessuno, e non potranno averla mai, perché non è identificabile se quel bambino è Loris o un’altra persona». L’avvocato ha poi detto che la donna «non ha sospetti su chi possa aver ucciso Loris» e il suo «unico interesse, oltre a scagionare se stessa da questa infamante accusa, è di trovare il vero colpevole». Villardita ha anche detto che secondo lui quella della procura di Ragusa, affidata a polizia e carabinieri, è stata «un’indagine leggermente frettolosa», ma di essere «certo che alla fine si potrà giungere alla verità».   LE INDAGINI CONTINUANO Intanto continuano le indagini degli investigatori a caccia di altri elementi che possano corroborare la loro ipotesi. Per esempio si è scoperto che sarebbe proprio la macchina della mamma di Loris quella ripresa dalla telecamera dell’azienda agricola all’ingresso della strada che porta al Mulino Vecchio la mattina di sabato 29 novembre. La circostanza sarebbe emersa nel corso delle ulteriori analisi dei video e sarebbe stata contestata alla donna nel corso dell’interrogatorio in procura. Nel rapporto degli investigatori di tre giorni fa, si parlava di un «auto di colore scuro» che passava «senza rallentare» davanti alla telecamera. Ma dalle analisi più approfondite, gli investigatori sarebbero riusciti ad ingrandire le immagini ed isolare il frame in cui si distinguerebbe la Polo nera di Veronica Panarello.   Nei pressi del luogo del delitto sono state trovate anche due fascette di plastica simili a quelle utilizzate per strangolare il piccolo Loris. A rinvenire una prima fascetta bianca è stato un giornalista della trasmissione “Chi l’ha visto? ”. Il giornalista ha avvisato subito i carabinieri presenti che, pochi minuti dopo, hanno trovato un’altra fascetta nera poco distante, nei pressi del mulino vecchio. I militari hanno fotografato le fascette per un immediato riscontro da parte degli inquirenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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