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Natale in Sicilia, segnali positivi dal turismo

Natale in Sicilia, segnali positivi dal turismo ma siamo lontani dalla destagionalizzazione

Nico Torrisi, presidente Federalberghi: «Restano le solite criticità»

Di Tony Zermo |

Il turismo siciliano – grazie ancora agli stranieri – è in leggera crescita, nonostante quest’anno gli italiani partano di meno (calo del 5%). «Qualche segno più c’è, abbiamo situazioni alterne a macchia di leopardo, ma siamo ancora ben lontani dalla destagionalizzazione – dice Nico Torrisi, riconfermato presidente di Federalberghi e fino a pochi mesi fa assessore regionale alle Infrastrutture -, il fatto è che strutturalmente siamo ancora indietro e offriamo poco ai vacanzieri. C’è forse qualche evento attrattivo in calendario? Registriamo il solito flusso di fine anno, soprattutto nelle città dove i vacanzieri possono andare nei musei, ammirare i palazzi barocchi, andare in buoni ristoranti, ma basta spostarsi di pochi chilometri dal centro che la situazione diventa abbastanza desolante».   Non abbiamo da proporre un calendario di eventi. L’Arena di Verona fa grandi spettacoli e grandi incassi anche d’inverno, e anche se piove, noi abbiamo il sole costante e di sera non scendiamo sotto i 13 gradi, eppure non facciamo niente. «Sarà anche perché il nuovo governo Crocetta s’è messo in moto da poco. So che l’assessore al Turismo Clio Li Calzi sta coordinando iniziative con altri assessori, ma il coordinamento non è mai mancato. Mancano i soldi. Il turismo che viene d’inverno che spettacoli trova, visto che gli enti culturali hanno una situazione finanziaria disastrosa? ».   Che si può fare per convogliare flussi turistici anche d’inverno? «Rafforzare l’identità siciliana, proporre un calendario di eventi culturali per tempo, e cioè un anno prima, e soprattutto migliorare il sistema dei trasporti, non solo per la Sicilia, ma anche per le sue isole. Conosco gente che da Catania deve andare a Pantelleria, impiega un giorno per arrivare con la macchina a Trapani e poi deve aspettare un’altra giornata per imbarcarsi».   Con l’aggravante che c’è una lotta al coltello tra Ustica Lines e Compagnia delle isole per assicurarsi l’esclusiva essendoci in ballo decine di milioni con sostenitori interessati da una parte e dall’altra. «Ancora la Regione dopo tanti anni non è riuscita a trovare una compagnia affidabile che a prezzo onesto assicuri i collegamenti con le isole dell’arcipelago».   Il tasto dei trasporti è doloroso per tanti motivi. «Prenda le compagnie aeree che in prossimità delle feste raddoppiano le tariffe. Chi vuole venire in Sicilia deve affidarsi all’aereo, ma se trova tariffe troppo alte viene scoraggiato e spesso rinuncia. Pensiamo ad una famiglia di quattro persone che deve spendere più di mille euro per spostarsi. E’ questa la vera sfida, tenere basse le tariffe per chi viene in vacanza in Sicilia».   Questo giornale ha condotto una battaglia contro l’Alitalia per il caro tariffe. I vertici erano venuti a trovarci in redazione e avevano fatto delle promesse, ma soltanto a parole. Ancora oggi chi all’ultimo momento deve prendere un aereo per Roma spende quasi 1000 euro tra andata e ritorno. Costa meno andare a New York o a Miami. Purtroppo non abbiamo una compagnia siciliana dopo il fallimento di Wind Jet. La piccola Malta ha la sua efficiente compagnia di bandiera, la Sicilia che ha una popolazione dieci volte superiore no. «Più che una compagnia di bandiera alla Sicilia servono tariffe basse, chiunque le faccia e in tutti i mesi dell’anno. In sostanza abbiamo bisogno di un calendario di eventi attrattivi e aerei che portino turisti con tariffe basse».   In più abbiamo un handicap pesante, e cioè la pista di Fontanarossa non è abbastanza lunga da accogliere i grandi aerei. Gli Emirati arabi ne hanno comprato a decine spendendo miliardi e già questi nuovi aerei stanno cominciando a entrare in attività. Invece l’aeroporto di Palermo ha la pista più lunga e pare che stia per ricevere aerei provenienti dalla Cina. Ed è assurdo che l’aeroporto di Catania, il più trafficato del Mezzogiorno, sia in condizione di minore agibilità rispetto a Palermo. «Da assessore alle Infrastrutture mi sono occupato del problema e assieme al sindaco Enzo Bianco e ai vertici della Sac abbiamo ottenuto delle promesse dalle Ferrovie, in modo che abbassino presto la tratta ferrata e la nuova pista ci possa passare sopra. Ripeto, è inutile parlare di turismo se non si risolvono prima i problemi infrastrutturali».   Le ferrovie non hanno ancora mantenuto gli impegni, non c’è stato nessun passo concreto, stiamo ancora aspettando. «Noi avevamo fatto un ragionamento completo con tutti gli interlocutori per risolvere i problemi del nodo Catania. Da assessore avevo dato un fortissimo impulso su questo. Speriamo che gli impegni vengano mantenuti subito dopo le feste. A parte questo sottolineo che alcune iniziative che avevo portato avanti e che erano state finanziate non siano state completate in tempo utile e quindi definanziate. Così due miliardi del Patto di azione e coesione sono tornati indietro. Faccio un esempio: si doveva fare ad Acireale una pista ciclabile nel verde. Era tutto pronto, ma anche questo progetto è sfumato perché non completato. Fare turismo non significa solo mare e grandi spettacoli, ma anche rendere attrattivo il territorio. E quel progetto serviva al cicloturismo».

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