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Così Siracusa perde un miliardo di euro

Così Siracusa perde un miliardo di euro In bilico i progetti del gruppo Elemata

Appello della Camera di commercio: “Di Grésy ci ripensi”

Di Isabella Di Bartolo |

SIRACUSA. In ballo c’è un investimento da un miliardo di euro. Un resort di lusso con vista mozzafiato di Ortigia e giardini pensili sui tetti, ma anche un Orient express siciliano per collegare le province di Catania, Ragusa e Siracusa proponendo esperienze uniche tra arte e gusto per visitatori nababbi. E, ancora, un beach club deluxe sulla spiaggia di Avola, nel lembo sud della Sicilia, e un golf resort da mille e una notte tra i dedali del giardino di una villa antica immersa nel verde di Palazzolo Acreide. Tutti progetti firmati dalla società Elemata Maddalena del marchese Di Grésy e sposati dal brand Aman luxury resorts. Tutti in bilico, oggi. All’indomani dell’addio di Aman al resort nella penisola Maddalena e delle parole di rabbia e delusione del nobile piemontese contro la burocrazia farraginosa e poco chiara della Sicilia. E proprio il rischio che possano sfumare tutti gli altri progetti a sei stelle scuote gli interlocutori con cui Di Grésy ha avviato in questi anni il dialogo. Per questa ragione, una parte della provincia aretusea scende in campo e chiede alla società Elemata di fare un passo indietro. Quando il gruppo Elemata aveva messo in cantiere questa serie di operazioni volte a intercettare il turismo più elitario del mondo, per promuoverlo aveva avviato interlocuzioni con il “Tavolo permanente per il lavoro e lo sviluppo” della provincia di Siracusa, coordinato dalla Camera di Commercio, di cui fanno parte le associazioni di categoria, gli ordini professionali, la Pastorale diocesana del lavoro e i sindacati dei lavoratori. La stessa task force che, oggi, chiede al nobile piemontese e alla sua società di ritornare sui suoi passi. «Di Grésy ci ripensi – dice Pippo Gianninoto, vicepresidente della Camera di Commercio aretusea e coordinatore del Tavolo del lavoro e dello sviluppo –. Noi siamo pronti a riprendere le fila del discorso e proponiamo di inserirlo in una visione più ampia, coinvolgendo anche altri attori. Non possiamo perdere occasioni di investimento, di lavoro e di rilancio di aree nevralgiche non solo per la nostra provincia ma per la Sicilia sudoorientale intera. Vogliamo essere propositivi e siamo convinti che in questo momento così delicato per l’economia dell’Isola, occorra lavorare in sinergia per individuare un metodo utile a coniugare la volontà imprenditoriale con la salvaguardia del territorio». La proposta del Tavolo provinciale del lavoro è quella di allargare la discussione e considerare il progetto di Aman nella sua interezza secondo una visione nuova politica e imprenditoriale che possa superare errori del passato. Non solo il resort alla Pillirina, dunque, ma tutti i piani turistici di Elemata potrebbero essere affrontati sotto un’ottica nuova che veda insieme, allo stesso tavolo, Soprintendenza e ambientalisti, Comuni e Regione, imprenditori e sindacati. Ciò per scongiurare non solo la perdita di queste occasioni ma anche lo scoramento di altri grandi imprenditori. «Rivediamo tutti i progetti e troviamo una modalità condivisa per discuterne, cercare soluzioni. A partire dall’idea del trenino–hotel di lusso che potrebbe viaggiare su piccole rotaie in disuso in Sicilia, lungo quella linea ferroviaria, suggestiva, che collegava Siracusa a Vizzini e che potrebbe vedere insieme le tre province del Sudest proponendo tour tra il barocco, le bellezze di Pantalica, le eccellenze enogastronomiche». L’idea di Elemata si ispira all’Orient express e il marchese Di Grésy aveva pure contattato il deus ex machina che, 10 anni addietro, ridiede vita al treno di lusso. Il nobile aveva avviato un dialogo proficuo con la società che gestisce il treno Royal Scotsman in Scozia (oggi acquisito da Orient express hotels) e che promette a 36 ospiti crociere notturne uniche con introiti milionari. L’idea piacque alla Regione che, come confermano dagli uffici di Elemata Maddalena a Siracusa, accolse con entusiasmo la proposta e la brochure bilingue con cui veniva descritto il treno slow che avrebbe trasformato un viaggio in una festa privata itinerante come richiesto dal turismo mondiale di fascia alta. «Non possiamo perdere queste opportunità, lo ripetiamo. Anche perchè proprio per guardare avanti e rilanciare la Sicilia abbiamo dato vita al distretto Sudest presieduto dal sindaco di Catania, Enzo Bianco – prosegue Gianninoto–. Un ente che ha fra le sue priorità quella di sostenere il territorio nella sua organicità. Superando dunque una visione localistica, occorre inserire il piano di interventi del gruppo Aman con Elemata Maddalena in una discussione più ampia. Nulla togliendo al fatto che ognuno possa avere le proprie opinioni, da rispettare, proponiamo una commissione tecnica con componenti rigorosi, ambientalisti compresi, che mettano da parte le ideologie e trovino le soluzioni per dare benefici al territorio. Riapriamo la concertazione con le province di Ragusa e Catania, oltre che con quella di Siracusa, vista la portata dell’investimento e l’indotto rappresentato». Da sei mesi intanto, gli operai della società Elemata stanno lavorando in contrada Bibbia, nel territorio di Palazzolo Acreide, per restaurare un vecchio casale che diverrà un grande golf resort. Per il suo arredamento si parla di maison internazionali, Fendi e Armani comprese. Ma, oggi, la società del marchese Di Grésy dovrà fermarsi per cercare un altro operatore turistico dopo il contratto stracciato da Aman per il “caso” Pillirina. Un altro stop ai programmi imprenditoriali di Elemata è relativo al beach club di contrada Gallina, tra Fontane Bianche e Avola. Qui a complicare le cose vi è l’assenza di un Piano spiagge da parte del Comune di Avola che impone restrizioni ferree al piano di intervento privato scontrandosi con la burocrazia regionale e un parere, rigorosamente preliminare, della Soprintendenza che 3 anni fa disse sì con riserva. Ed è proprio questa mancata chiarezza che ha fatto andar via dalla Sicilia il gruppo Aman. La stessa che ha connotato, secondo la società Elemata, il resort alla Pillirina su cui si era pronunciato il 13 febbraio del 2014 anche l’allora assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, al termine di una riunione alla presenza di dirigenti e funzionari della Regione, rappresentanti del Comune aretuseo, dell’ente camerale e delle sigle sindacali. Come si legge nel verbale della riunione dedicata all’istituzione della riserva protetta di Capo Murro di Porco, il Tavolo del lavoro della provincia avanzava la proposta condivisa con il Comune di Siracusa per «un investimento in una porzione marginale e periferica della proposta istitutiva della riserva». Il villaggio turistico di Elemata, appunto. Si sarebbe esteso per il 5% del territorio di 576 ettari della riserva. «Le aree di proprietà privata con una linea di in edificabilità posta a 300 metri dalla costa – si legge nel verbale – e verrebbero destinate alla realizzazione di un resort di lusso di Aman, operatore turistico di fascia altissima, che nel mondo opera esclusivamente in contesti quali parchi naturalistici, nazionali, riserve e aree protette assicurando edilizia sostenibile ed ecocompatibile, bassissimi livelli di antropizzazione». Elemata avrebbe dato in cambio servizi, posteggi gratuiti, navette, una scuola di alta formazione e azioni per la valorizzazione dell’area archeologica scoperta da Paolo Orsi e oggi off limits. La proposta, depositata alla Regione, è adesso carta straccia perché il contratto con Aman è scaduto e la società Elemata ha promesso una causa da 137 milioni di euro al Comune. Quest’ultimo attende lumi dalla Regione mentre da Palermo chiedono chiarimenti a Siracusa. Di Grésy intanto è già a Malta per un altro resort ispirato a Montecarlo. Il governo assicura autorizzazioni in 30 giorni e propone pure un co–finanziamento. «Come dire di no? », sorride il marchese.

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