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Palazzolo, il nuovo museo rischia di restare cattedrale nel “deserto”

Palazzolo, il nuovo museo rischia di restare cattedrale nel “deserto”

Aperto dopo 50 anni di attesa un piccolo gioiello che che narra la storia della sub-colonia di Siracusa: Akrai. Ma c’è il timore che non si metta in moto il circuito economico sperato

Di Isabella Di Bartolo |

PALAZZOLO ACREIDE – Il rischio è che resti l’ennesima cattedrale nel deserto dei beni culturali siciliani. Ma, da ieri, il cuore di Palazzolo Acreide brilla di meraviglia antica. Dopo oltre mezzo secolo di attesa, ha aperto i battenti il Museo archeologico che narra la storia della sub-colonia di Siracusa: Akrai. Un piccolo gioiello allestito a Palazzo Cappellani, in via Italia a due passi dal Municipio acrense, immobile espropriato dal Comune proprio per ospitarvi le collezioni del barone Gabriele Judica. Quasi duemila pezzi di storia: vasi, marmi, gioielli e statuette fittili che Judica ritrovò nel sito della città greca ed espose nella sua casa divenuta tappa per antonomasia dei viaggiatori del Grand tour dell’Ottocento. Una collezione poi acquistata dalla Regione e lasciata in custodia nei magazzini del museo di Lentini fino a quando, lo scorso agosto, venne riportata a Palazzolo dalla Soprintendenza aretusea che ieri ha celebrato «una festa della cultura», come ha commentato il soprintendente Calogero Rizzuto.   Una festa, appunto, che ha visto la presenza di istituzioni e cittadini tra le sale museali inaugurate dall’assessore regionale ai Beni culturali Antonio Purpura. A lui si è rivolto il sindaco di Palazzolo, Carlo Scibetta, salutando con emozione il ritorno dei reperti archeologici che raccontano non solo la storia di Palazzolo ma anche di altri siti quali Kasmene e Castelluccio. Per la gestione del nuovo Museo verrà sperimentata una sinergia tra Comune, Soprintendenza e Regione che si tradurrà con la disponibilità dei custodi che manterranno aperta, tutti i giorni, la struttura museale. Per un primo periodo, inoltre, l’ingresso sarà gratuito.   Palazzolo, però, vuole di più ben consapevole che un nuovo museo, da solo, non basta. La cittadina insignita del riconoscimento Unesco nel sito “Val di Noto” vanta altre due istituzioni museali (la casa museo “Antonino Uccello” e il Museo dei Viaggiatori) e 800mila visitatori all’anno che, però, non mettono in moto il circuito economico sperato. Per questo il sindaco Scibetta auspica l’avvio di un sistema turistico che veda insieme le tre province di Siracusa, Catania e Ragusa.   Una carenza che connota altri luoghi d’arte e storia della Sicilia: da Aidone ai borghi del Messinese. E che fa rima con l’insufficienza dei servizi a corredo del sistema turistico tra cui, in primo luogo, i trasporti pubblici. «Ne siamo consapevoli – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Antonio Purpura – così come abbiamo contezza che solo costruendo attorno ad attrattori come Palazzolo o Morgantina, solo per citare due tesori, potremmo mettere in moto quel meccanismo economico virtuoso su cui il governo intende puntare per sfruttare le potenzialità dei suoi beni culturali. Ho visitato Palazzolo, la sua area archeologica e i suoi musei e sono convinto che la sua valorizzazione, inserita in un contesto più ampio che coinvolga altre città e province, possa avvenire con fondi extra-regionali: questa è la soluzione. E questo è quanto il governo regionale intende fare per i suoi siti Unesco il cui brand, da solo, non ha valore: dobbiamo sostenerlo con una politica sinergica. E lo stiamo facendo».   Una cura alternativa ma anche forzata alla luce del taglio di finanziamenti da parte della Regione nei confronti dei beni culturali. Tuttavia, l’orientamento regionale volto ad ridurre i fondi pubblici per musei e istituzioni culturali a favore delle politiche sociali, non preoccupa però Purpura. «In un momento delicato qual è quello in atto – dice l’assessore regionale – ritengo giusto riconoscere maggiore attenzione alle istituzioni che si occupano di politiche sociali, Il documento approvato nell’ultima Giunta regionale, però, dà un’indicazione chiara evidenziando come il turismo e i beni culturali rappresentino settori strategici nell’ambito di un percorso di sviluppo che è fondato su parecchi elementi di robustezza: le nostre risorse. E’ nata una polemica infondata: io sono d’accordo che in questo momento di crisi si scelga di aiutare le istituzioni che si occupano di disagio sociale. Certo, sono anche fermamente convinto che occorra lavorare per dare più attenzione a enti come il Museo delle Marionette e altre istituzioni culturali simbolo della Sicilia, per questo occorre lavorare a progetti e bandi comunitari, e ciò nell’assoluta concordanza di opinioni nel governo regionale che, senza alcun dubbio, è convinto che il turismo, lo sviluppo e la valorizzazione dei beni culturali siano nucleo fondamentale della nuova politica di rilancio del territorio».   Il connubio tra beni culturali ed economia è la priorità a cui lavora l’assessore Purpura sin dal suo insediamento. In tale contesto si inserisce la decisione di ridefinire le regole per l’affitto dei teatri di pietra e l’allestimento di spettacoli e concerti. L’assessore-economista annuncia un nuovo regolamento che entrerà in vigore dalla prossima stagione facendo levare un sospiro di sollievo agli organizzatori di eventi. «Ho convocato un incontro sui casi Taormina e Siracusa – dice Antonio Purpura – che si svolgerà il 5 gennaio a Palermo alla presenza dei sindaci delle due città, oltre che dei soprintendenti e delle imprese. Il tema è la definizione delle condizioni d’uso dei due antichi teatri per consentire agli operatori di avviare le proprie attività e, dunque, programmare gli eventi». Salvate le Rappresentazioni classiche e la stagione lirica al Teatro greco aretuseo dove saranno avviati i lavori di restauro di somma urgenza. Salvi anche gli spettacoli di Taormina in merito ai quali Purpura intende definire oneri di concessione e modalità. Solo dopo la riunione saranno ufficializzate date e concerti e la promozione potrà partire. In ritardo.

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