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Don Franco, vescovo di Agrigentoda “pastore” a cardinale elettore

Don Franco, vescovo di Agrigento da “pastore” a cardinale elettore

Monsignor Montenegro riceverà la porpora da Papa Francesco il prossimo 14 febbraio. Con lui anche il vescovo di Ancona Edoardo Menichelli. E il non elettore Luigi De Magistris. Salta regola delle sedi cardinalizie

Di Giovanna Chirri |

CITTÀ DEL VATICANO – Da “principi della Chiesa” a “pastori”. Franco Montenegro e Edoardo Menichelli, vescovi di Agrigento e Ancona, cioè di diocesi ritenute “non cardinalizie”, entrambi con un forte profilo da pastori di chiesa dalle porte aperte e per i poveri, a completare il numero degli elettori in un eventuale conclave. E Luigi De Magistris, pro-penitenziere maggiore emerito ritenuto un pastore-diplomatico, ad arricchire il gruppo dei non elettori. Tutti e tre riceveranno la porpora il 14 febbraio. La geografia del collegio cardinalizio cambierà nel senso di una sempre maggiore universalità. Quelli che un tempo erano chiamati “principi della Chiesa” provengono infatti da diocesi anche lontanissime da Roma e dal Vaticano, da mondi diversi per cultura, religiosità, economie, strutture politiche e spiritualità. La Chiesa dalle porte aperte di papa Francesco chiama al suo “governo centrale” tanti pastori dalle periferie.  

I tre nomi italiani del secondo concistoro di papa Francesco confermano per l’Italia – come questa volta anche per Spagna e Messico – che il Papa latinoamericano non si sente per niente legato dalla regola non scritta, quasi una tradizione, delle “sedi cardinalizie”. Menichelli e Montenegro verranno nominati mentre Venezia e Torino sono rette dai due arcivescovi non cardinali, Moraglia e Nosiglia. Far saltare la regola delle sedi cardinalizie – decisione sperimentata anche da Benedetto XVI nel suo ultimo concistoro, nel 2012 – è il grimaldello bergogliano per bloccare i carrierismi che considera tra le principali cause della corruzione della macchina ecclesiale: mai più carriere pianificate dalla ordinazione sacerdotale alla berretta cardinalizia, passando per studiati incarichi in dicasteri o diocesi, purché approdassero alla porpora.  

La tradizione delle “sedi cardinalizie”, ha commentato padre Federico Lombardi, “era motivata da ragioni storiche in diversi paesi”. Sembra evidente che per papa Francesco queste ragioni non abbiano più molto senso.  

Mons. Franco Montenegro è arcivescovo di Agrigento, ma a Lampedusa tutti, a cominciare dal sindaco Giusi Nicolini, lo chiamano “don Franco”, messinese nato nel ‘46, è uno degli animatori della accoglienza alle migliaia di immigrati che dal mare sbarcano sull’isola cercando una nuova possibilità di vita. Era presente a fianco di papa Francesco nel primo viaggio del pontificato, nel luglio 2013 a Lampedusa, con il quale il Papa indicò alla Chiesa italiana e alla Chiesa di tutto il mondo, il suo sogno di una Chiesa dalle porte aperte, presente e accogliente in tutte le periferie del mondo.  

Mons. Montenegro è prete dal 1969, subito parroco in periferia. Dal 1988 è stato anche delegato della Caritas di Messina e delegato regionale e nazionale della Caritas. Intanto insegnava religione e faceva il padre spirituale del seminario minore di Messina. Vescovo dal 2000, è stato ausiliare di Messina e nel 2008 Benedetto XVI lo ha nominato vescovo metropolita di Agrigento. Dal 2003 al 2008 è stato presidente della Caritas italiana. Nella Cei, dal 2013 è presidente della Commissione per le migrazioni, e della Fondazione Migrantes.  

Mons. Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona dal 2004, è nato a Serripola di San Severino Marche nel ‘39, prete dal ‘65, dopo alcuni incarichi come viceparroco, è approdato in Vaticano nel ‘68, prima come officiale presso la Segnatura apostolica, e poi come addetto di segreteria alla Congregazione per le chiese orientali, come segretario dell’allora prefetto, il cardinale Achille Silvestrini. In quegli stessi anni è stato cooperante presso in una parrocchia romana e collaboratore del consultorio familiare della facoltà di Medicina al Gemelli. Nel ‘94 è stato nominato vescovo di Chieti. Nella Cei fa parte della Commissione per l’Educazione cattolica. Al sinodo sulla famiglia dello scorso autunno è stato relatore a uno dei circoli minori di lingua italiana.  

Il non elettore Luigi De Magistris è nato a Cagliari nel ‘26, dove è stato ordinato prete nel ‘52 e dove ha esercitato mansioni in parrocchia. Nel ‘58 è diventato segretario della università Lateranense, ha poi servito presso la Congregazione della Dottrina della fede e nel consiglio per gli Affari pubblici della Chiesa. Nel ‘79 è diventato reggente della Penitenzieria apostolica, nel ‘96 è stato nominato vescovo titolare di Nova e dal 2001 è stato nominato pro-penitenziere maggiore, incarico mantenuto fino al 2003.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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