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La befana porta ancora carbone.Milano si sgonfia nel finale: - 0,25%

La befana porta ancora carbone. Milano si sgonfia nel finale: – 0,25%

Di Rino Lodato |

La Befana ha portato in “dono” a Piazza Affari una calza contenente altro aglio, cenere e carbone, nonostante il tentativo di rimbalzo (l’Ftse Mib era arrivato a guadagnare l’1,7%) che è durato poco, in una giornata all’insegna della volatilità. Il Ftse Mib ha chiuso, poi, in calo dello 0,25% a quota 18143,26. I timori riguardanti un’uscita della Grecia dalla zona euro e la caduta senza fine delle quotazioni del greggio continuano a pesare sui mercati, soprattutto continentali. La sottigliezza degli scambi, tipica del periodo festivo, ha accentuato la volatilità e ampliato i movimenti. Così, il tentativo di rimbalzo in avvio dapprima è abortito, lasciando spazio a nuove vendite. Wall Street ha pagato pegno anche per l’Ism servizi di dicembre peggiore delle attese e gli ordini all’industria che sono calati dello 0,7% a novembre facendo segnare la quarta contrazione mensile consecutiva.

Continua, comunque, il contraccolpo su Atene, l’altro ieri in ribasso di oltre cinque punti percentuali e ieri chiusa per festività. Il messaggio all’elettorato greco, dopo le indiscrezioni di Der Spiegel sulla possibilità che Berlino “accetti” un’uscita dall’euro di Atene, è sempre scandito ben chiaramente da parte tedesca e dai mercati. Insomma Alexis Tsipras si conferma in testa ai sondaggi e nell’Unione rimane viva la paura di doversi di nuovo sedere a un tavolo a ricontrattare le condizioni del debito di Atene.

Ma non è solo la Grecia a preoccupare i mercati. Continua a scendere il prezzo del petrolio. All’indomani di una seduta in cui era sceso nel durante sotto quota 50 dollari al barile per la prima volta dall’aprile 2009, ieri il Wti ha rotto al ribasso un’altra soglia psicologica: quella a 48 dollari al barile. Il contratto a febbraio è arrivato a 47,89 dollari al barile e in serata 1,98 dollari, il 3,6%, a quota 48,06 dollari al barile. A Milano pesanti sul finale Banco Popolare (-4,72%), Mps -3,88%, Bper -3,77%, Bpm -4,11% e Ubi Banca il 3,49%. Più contenute le perdite di Intesa Sanpaolo (-1,39%) e UniCredit (-1,38%). In rialzo invece del 5,15% Carige. In rialzo lo spread Btp/Bund a 141pb dai 133pb della vigilia. Bonos spagnolo a 118pb.

Sul mercato dei cambi euro sempre debole. La divisa unica ha aggiornato il minimo dal 27 febbraio 2006, toccando per un attimo 1,1884 (1,1915 alla rilevazione ufficiale della vigilia) e poi recuperare in area 1,1890. L’euro si è indebolito anche rispetto allo yen, fino al nuovo minimo degli ultimi due mesi (141,36) per poi riportarsi a 141,72 (143 alla rilevazione ufficiale della vigilia). Il dollaro nel frattempo si è rafforzato anche nei confronti delle altre principali valute: sulla sterlina ha toccato i nuovi massimi dal 2 agosto 2013 (1,5176) e sul franco svizzero il top da metà settembre 2010 (1,0111).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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