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Sampietrini a basole, anche a Catania l’antica pavimentazione genera rischi e costi

Sampietrini a basole, anche a Catania l’antica pavimentazione genera rischi e costi

Dopo la polemica di Roma, focus sulla città etnea: «E’ un patrimonio storico da preservare»

Di Cesare La Marca |

CATANIA – A Roma è bastata l’idea di svenderli, subito rientrata tra le proteste, per accendere la polemica di Natale in difesa di pietre su cui il sindaco Marino ha rischiato l’ennesimo scivolone, e che fanno parte del patrimonio storico e artistico della città, pur creando una serie infinita di problemi tecnici e costi di manutenzione. A Catania, nel suo piccolo anch’essa città storica, ma con gli stessi grandi problemi di traffico e manutenzione stradale, sampietrini d’”epoca” ne sono rimasti pochi – quasi tutti nell’area tra piazza della Repubblica e corso Sicilia – e comunque abbastanza, volendoli preservare, per creare difficoltà di manutenzione e rischi per la viabilità, che già non mancano nei tratti volgarmente asfaltati.   Questione scivolosa, appunto, che ai piedi dell’Etna si gioca non solo sul terreno instabile dei pochi sampietrini “superstiti” alla riqualificazione di via Etnea, risalente agli inizi del Duemila, ma anche e soprattutto alle basole laviche che rappresentano il punto forte (e nello stesso tempo debole) della pavimentazione “storica” delle strade catanesi. Problemi e rischi sono evidenti e anche maggiori, quando al posto della solita buca sull’asfalto c’è la pietra che traballa e si sposta, ma c’è anche qui la necessità di preservare un aspetto rilevante dell’identità storica della città, che nessun asfalto drenante e fonoassorbente potrebbe sostituire, soprattutto in zone di pregio e vicino ai tesori del barocco.   Il problema c’è, volendo “salvare” gli ultimi traballanti sampietrini in una zona ad alta intensità di traffico e neanche così storica come la cosiddetta “city” tra piazza della Repubblica e corso Sicilia; e c’è con le basole laviche “originali” delle strade del centro, come per esempio via Caronda e strade adiacenti, e con le stesse basole in versione moderna con cui è stata ripavimentata la via Etnea, che inevitabilmente richiedono una particolare manutenzione.   Senza dimenticare che, un paio d’anni addietro, alla vigilia della festa di Sant’Agata, si ricorse agli ultimi maestri scalpellini per la “bocciardatura” a mano delle antiche basole della salita di via Sangiuliano, che avevano perso quasi del tutto aderenza e attrito. E poi ci sono le antiche basole di via Manzoni, sopra la volta del vecchio collettore, che in più occasioni nel corso degli anni hanno ceduto sotto il peso delle macchine, inevitabilmente, visto che furono progettate e realizzate per sostenere il peso delle carrozze.   E senza tralasciare il fatto – per completare un aspetto abbastanza complesso che fa parte della delicata questione della manutenzione stradale in una grande città – che nel corso degli anni sono stati diversi gli interventi realizzati senza una precisa strategia, magari per contenere i costi o per ragioni di sicurezza, che hanno portato bitume e asfalto a sovrapporsi alle basole, anche nei quartieri, ma con un risultato “misto” tra antico e nuovo che dal punto di vista estetico non è certo il massimo.   «Si tratta di pavimentazioni che richiedono interventi a regola d’arte con maestranze dotate di specifiche competenze – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco – che però sono in via d’estinzione. Purtroppo questo comporta la graduale perdita di un patrimonio, però voglio capire se abbiamo la possibilità di recuperare i sampietrini di corso Sicilia, come pure garantire la manutenzione delle basole in pietra lavica, che danno diversi problemi in quanto sono di notevole spessore, saltano e si spostano o si rompono con una certa frequenza».   Poco adatti per il caotico traffico cittadino, i sampietrini di corso Sicilia riportano infatti ben evidenti i segni del continuo passaggio di auto e mezzi pesanti, ed anche ragionando sui costi e sulla durata di una prossima necessaria manutenzione sarebbe inevitabile da parte di qualsiasi Amministrazione porsi il problema su come procedere. Lo stesso Comune di Roma, chiamato in causa dalla polemica scatenatasi sulla questione dei sampietrini, ha fatto rilevare come la posa di un metro quadrato raggiunga il costo di 212 euro, a fronte dei 52 euro che in media costa un asfalto moderno. Aspetto non secondario, perché intanto c’è il problema di riasfaltare con asfalto più o meno tecnologico le “moderne” strade cittadine che ogni giorno mettono a repentaglio l’incolumità di motociclisti, automobilisti e degli stessi ciclisti. E poi, essendo a Catania, si prospetta l’annuale spargimento di cera sulle strade di Sant’Agata, che tra poco sarà un altro problema da affrontare.

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