Notizie Locali


SEZIONI
Catania 15°

L’Etna continua a eruttare ecco cosa accade nella Voragine

L’Etna continua a eruttare ecco cosa accade nella Voragine

Gli esperti dell’Ingv: «Il sistema rimane quanto mai attivo». Ieri il vento ha sospinto il sottile materiale piroclastico verso Sud-Est, provocando la ricaduta di un velo di nera. Nessun problema all’aeroporto

Di Alfio Di Marco |

NICOLOSI – L’Etna continua a eruttare: violente esplosioni, caratterizzate dal lancio di grossi brandelli incandescenti e dall’emissione di consistenti sbuffi di cenere grigiastra, si susseguono ormai da una settimana all’interno della Voragine, uno dei quattro grandi crateri sommitali del vulcano siciliano. “Caldi” anche gli altri tre crateri: la Bocca Nuova, il Nord-Est e il Sud-Est (Nuovo e Vecchio). Nella giornata di ieri, il vento ha sospinto il sottile materiale piroclastico prima verso Sud e poi verso Sud-Est, provocando la ricaduta di un velo di nera cenere sui paesi della fascia meridionale della montagna. L’emissione di cenere in corso non influenza l’attività dell’aeroporto internazionale di Fontanarossa che è pienamente operativo.   Così come documentato dagli esperti della sezione catanese dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), le esplosioni si susseguono con una cadenza di due-tre minuti e la spinta dei gas è tale che anche grossi brandelli vengano sospinti a centinaia di metri di altezza, ricadendo all’esterno del cratere. Sul fianco orientale del cono del Nuovo Sud-Est, in corrispondenza della fessura eruttiva apertasi durante il parossismo del 28 dicembre scorso, i vulcanologi hanno osservato contenuti “crolli di materiale instabile”. Questi, a loro volta, hanno messo in luce lunghe strisce di depositi ancora caldi, distintamente rilevate dalla telecamera termica posta su Monte Cagliato.   «L’Etna – spiegano ancora gli esperti dell’Ingv – si trova in uno stato di attività sommitale dal gennaio del 2011. I fenomeni più marcati si sono avuti soprattutto dal Nuovo Cratere di Sud-Est, che ha dato vita a 45 parossismi (il primo il 12 gennaio del 2011, l’ultimo, appunto, il 28 dicembre scorso, a poco più di un anno dal penultimo: il 2 dicembre del 2013. La maggior parte di questi fenomeni sono stati abbastanza brevi (anche meno di un’ora). Un’attività esplosiva, quella dell’Etna, che ha coinvolto tutti i crateri sommitali: alternativamente, infatti, a eruttare sono stati anche la Bocca Nuova, la Voragine e il Nord-Est».   «Il preludio del violento parossismo del 28 dicembre – parossismo che ha interessato sia il Vecchio sia il Nuovo Sud-Est – ha avuto inizio nella prima settimana dello scorso ottobre, con una debole quanto sporadica attività stromboliana all’interno della più giovane delle bocche sommitali. Via via, i fenomeni sono aumentati di intensità, coinvolgendo più o meno anche il Nord-Est, la Bocca Nuova e la Voragine, a testimonianza che la nuova fase di ricarica del sistema etneo sta interessando tutti i condotti di risalita».   «Allo stato – concludono gli esperti dell’Ingv nella loro analisi – il sistema rimane quanto mai attivo. A testimoniarlo sono anche i valori dell’ampiezza del tremore vulcanico che, dopo il parossismo del 28 dicembre, si è stabilizzato su livelli più alti rispetto alla norma. Segno evidente che la pressione dei gas nel ventre del Gigante è quanto mai elevata e che il magma continua a stazionare in superficie».

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: