Notizie Locali


SEZIONI
Catania 15°

Caos rifiuti: allarme discariche in Sicilia

Caos rifiuti: allarme discariche in Sicilia l’impianto di Catania esaurito entro un mese

A Grotte San Giorgio conferite oltre 3.000 tonnellate al giorno

Di Cesare La Marca e Da |

CATANIA – Differenziata ai minimi, discariche che chiudono e altre che scoppiano per affrontare l’emergenza che si sposta da una zona all’altra della Sicilia. Ieri in prefettura a Catania il governatore Crocetta ha preso parte a un incontro sui problemi delle discariche di Motta Sant’Anastasia e Grotte San Giorgio. Su quest’ultima si profila un allarme che riguarda Catania, che rischia l’emergenza dopo che il processo di esaurimento è stato accelerato, da quando nell’impianto di Lentini sversano anche i Comuni del Messinese che conferivano nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, oltre a tutti i centri che utilizzavano l’impianto di Motta.   Un vero e proprio “ingorgo”, che ha portato a triplicare la spazzatura giornalmente trasportata a Grotte San Giorgio, che da mille tonnellate (650 delle quali solo da Catania) è passata a circa tremila tonnellate da smaltire, triplicando un carico che ha diminuito la vita residua dell’impianto. Di conseguenza, entro il mese la discarica di Grotte San Giorgio avrà già esaurito la sua capienza, ben prima del progetto che prevedeva entro agosto la conclusione dei lavori di una nuova vasca. La Regione sta approfondendo la questione, complessa e delicata, per la relativa autorizzazione.   La “crisi” di Grotte San Giorgio affonda le radici nell’emergenza rifiuti che ha investito l’intera Sicilia dopo la chiusura delle due mega–discariche private di Mazzarà Sant’Andrea e Siculiana. La prima, gestita dalla Tirreno Ambiente, è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto; la seconda ha dovuto chiudere i battenti per saturazione.   Per quanto riguarda Mazzarà, i magistrati barcellonesi indagano su reati di natura ambientale connessi anche ad un ampliamento della discarica in assenza di autorizzazioni. La chiusura forzata dell’impianto (che in alcune pareti avrebbe già mostrato segni di cedimento) ha costretto i Comuni del Messinese a “ripiegare” su Catania, con il via libera della Regione.   Discorso diverso a Siculiana: nella discarica del gruppo Catanzaro sono alle battute finali i lavori di ampliamento del primo lotto della quarta vasca. La riapertura dovrebbe avvenire la settimana entrante, presumibilmente giovedì. A Siculiana prima della momentanea chiusura, oltre ai Comuni dell’Agrigentino, scaricavano anche parecchi centri del Palermitano. Che, in questo mese e mezzo, hanno attraversato una vera e propria emergenza. I problemi si sono acuiti tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo per effetto del decreto emanato dal dirigente del dipartimento regionale Acque e rifiuti, Domenico Armenio, che ha imposto il divieto della raccolta in 47 Comuni del Palermitano e altri 23 dell’Agrigentino.   Il provvedimento, la scorsa settimana, è stato superato da un’ordinanza del presidente Crocetta, che ha previsto per questi Comuni il conferimento a giorni alterni nelle discariche di Bellolampo (Palermo) e Coda Volpe (Catania) fino al 20 gennaio. Per l’occasione, in regime di deroga, è stata incrementata da 1.000 a 1.500 tonnellate la capacità giornaliera dell’impianto. Entro la fine del mese, a Bellolampo dovrebbe essere consegnato il terzo lotto della sesta vasca.   Per uscire dall’emergenza, però, non bastano le nuove porzioni di vasche che verranno attivate sia a Siculiana che a Bellolampo. La Regione punta sulla realizzazione di tre piattaforme pubbliche (Gela, Enna, Messina) e sugli impianti di compostaggio, la maggior parte dei quali mai entrati in funzione.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: