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Catania, il lungomare a pezzi tra ringhiere cadenti e crepe

Catania, il lungomare a pezzi tra ringhiere cadenti e crepe

Transenne arrugginite, marciapiedi dissestati, buche sulle strade: pericoli e spazzatura. Ma c’è un progetto - con fondi europei - per il risanamento dal Caito a Ognina

Di Cesare La Marca |

CATANIA – Precario, pericoloso, cadente e sgangherato, il lungomare sembra rappresentare allo stesso tempo il meglio e il peggio di quanto la città può offrire: una distesa azzurra sul nero delle rocce laviche, con l’Etna a i faraglioni sullo sfondo tra montagna a mare; ma anche ringhiere arrugginite, marciapiedi dissestati e sollevati, asfalto delle piazze disseminato di crepe più o meno profonde, e transenne che dovrebbero impedire l’accesso a zone interdette per motivi di sicurezza, dove invece si passeggia o si va a pesca, come in piazza Tricolore.   E se negli ultimi mesi il dibattito attorno al lungomare si è focalizzato soprattutto sul tema della mobilità, con il test domenicale sulla chiusura al traffico e le relative polemiche, non va dimenticato che senza una riqualificazione radicale e complessiva della costa dal “Caito” prima di piazza Europa a Ognina, prima e con più urgenza rispetto ai grandi progetti, mancherà una vera prospettiva per riallacciare il legame tra la città e il mare.   La questione è all’attenzione dell’Amministrazione comunale, che sta intervenendo al momento su un’area ristretta, con lavori non per questo meno urgenti e rilevanti, per rimettere in sicurezza pavimentazione, cordoli e ringhiera di un tratto dell’affaccio di piazza Nettuno, che venne sradicato dalle raffiche di vento e dalla mareggiata quasi un anno addietro, proprio nel periodo della festa di Sant’Agata. Il problema, dopo la manutenzione “leggera” che fu possibile realizzare alla vigilia della scorsa estate, è che sull’intero lungomare sono urgenti lavori radicali di risanamento della costa, messa alla prova da erosione del mare, pioggia e vento, e da quanto nei decenni l’uomo via ha costruito sopra e accanto.   «Nel breve termine – afferma l’assessore ai Lavori pubblici Luigi Bosco – oltre ai lavori in corso in piazza Nettuno, contiamo di recuperare anche parte dell’area transennata di piazza Tricolore, dopo ulteriori verifiche che effettueremo anche con l’utilizzo del georadar per accertare l’esistenza di cavità sotterranee. Poi c’è un problema generale di erosione in alcuni tratti della costa, per cui esistono progetti di risanamento da qualche anno presentati all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, che abbiamo recentemente ribadito al governo nazionale nel quadro di un sitema più ampio di interventi di protezione ambientale in ambito geotecnico. C’è quindi un iter avviato per l’accesso a fondi europei e alcune ipotesi progettuali, che per il lungomare comportano un impegno di spesa superiore ai dieci milioni di euro».   Questa la situazione, con poche certezze sui tempi dei grandi progetti, mentre oggi il lungomare cade più o meno a pezzi, e la ringhiera all’altezza del Nautico non sembra in condizione di aspettare molto almeno una manutenzione d’emergenza, soprattutto nel caso in cui un bambino dovesse giocare nelle vicinanze.

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