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Avvelenamento o monossido di carbonio?

Avvelenamento o monossido di carbonio? S’infittisce il giallo del giovane morto a Gratteri

La donna che era con lui si è ripresa, ma non ha chiarito i fatti

Di Redazione |

PALERMO – Quel ventiduenne con l’aria un po’ trasognata lo conoscevano tutti a Gratteri, piccolo comune montano delle Madonie, in provincia di Palermo. Giacomo La Cova era il figlio dell’unico benzinaio del paese, e per associazione era benzinaio anche lui; aveva un rapporto speciale coi nonni, che gli davano le chiavi del monolocale di campagna, dove poteva andare con una donna che di anni ne ha 46, Maria Grazia Falliti, e con la quale da qualche tempo intratteneva una relazione. Giacomo è stato trovato morto sul letto del monolocale. Accanto a lui, in fin di vita, c’era la donna, rianimata e trasportata in ospedale a Palermo, dove ha lottato tra la vita e la morte prima di essere salvata dai medici.  

Entrambi sono stati trovati con la bava alla bocca, come se fossero stati vittime di una tossicosi. Sulle prime si è pensato alle esalazioni di monossido di carbonio provenienti da una stufa, che però era spenta. I carabinieri, coordinati dalla procura di Termini Imerese, sembrano propendere al momento per l’ipotesi dell’ avvelenamento, e per questo hanno sequestrato resti di panini e bottiglie trovati in casa, oltre agli indumenti. Non escludono però altre piste. E l’ipotesi delle esalazioni di monossido di carbonio torna una delle possibilità, visto che la donna, quando ha ripreso conoscenza è stata interrogata dai carabinieri e ha riferito che i due aveva acceso un braciere per riscaldarsi.

La donna, ricoverata al Civico di Palermo e sentita dai militari, ha detto che non ricorda nulla di quanto è successo nella notte tra sabato e domenica, a parte il fatto che avevano acceso il braciere per riscaldare la stanza e che poi lo avevano spostato fuori. Parole che però non sono riuscite a chiarire del tutto le cause della morte del ventiduenne di Gratteri. E nemmeno l’autopsia ha sciolto i dubbi. Il professor Paolo Procaccianti, che ha eseguito l’esame autoptico, ha detto che la morte per intossicazione da monossido di carbonio è un’ipotesi «ma non vi è certezza». Saranno eseguiti, per questo motivo, degli esami tossicologici i cui esiti si conosceranno solo tra qualche mese. 

I due sono stati trovati da un cugino del ragazzo, allertato dalla nonna che stamane si è insospettita quando ha visto l’auto di Giacomo e quella della donna ancora parcheggiate davanti alla casa. Era insolito che lei trascorresse la notte a Gratteri: divideva un appartamento con il marito a Cefalù, con il quale, però, era di fatto separata. L’uomo, interrogato dai carabinieri, ha spiegato che sabato sera la moglie aveva cenato con lui, e solo dopo era uscita senza più fare ritorno. Giacomo e la donna, dunque, avrebbero mangiato separatamente e questo non lascia propendere per una tossicosi alimentare e infittisce il giallo.

Intanto, incredulità, rabbia e dolore accomunano su Facebook i commenti di amici e parenti di Giacomo, che hanno postato sul social network foto, canzoni e ricordato episodi di vita vissuta. Il cugino Salvo Viola scrive: «Mi facevi arrabbiare quando mi prendevi in giro, ma tu sei sempre stato buono. Ricordi quante risate insieme? ». E c’è chi, come l’amica Lucrezia Biundo, non può ancora credere che sia potuto succedere. «Amici da una vita, ancora non ci credo – scrive invece Michele Baudone -. Avrò sempre un ricordo profondo di te, del tuo sorriso e del tuo modo di fare, sei speciale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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