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Pentito: «L’ex senatore Nania era a capo di loggia massonica»

Pentito: «L’ex senatore Nania era a capo di loggia massonica»

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico che al processo alla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto denominato “Gotha 3” tira in ballo l’ex senatore del Pdl. Sonia Alfano: «Non mi stupisce»

Di Redazione |

MESSINA – Si sta svolgendo al tribunale di Messina il processo alla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, denominato “Gotha 3”, dove sono stati depositati i verbali del pentito Carmelo D’Amico sui collegamenti tra mafia e massoneria nel centro del Messinese. In udienza D’Amico ha dichiarato che l’ex senatore del Pdl Domenico Nania sarebbe stato a capo di una loggia, a Barcellona Pozzo di Gotto, che aveva legami con la mafia e controllava anche la Calabria. Quello che si sta svolgendo a Messina in corte di appello è il processo nato dall’operazione antimafia ‘Gotha 3’ che ha portato alla condanna a 12 anni, in primo grado, dell’avvocato Rosario Cattafi, considerato dall’accusa capo della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto. In aula i magistrati stanno ascoltando l’ex capo militare del clan, Carmelo D’Amico, oggi pentito, che ha parlato degli intrecci tra mafia e logge coperte.   Proprio i rapporti tra Cattafi e il clan di Barcellona Pozzo di Gotto sono al centro dei verbali del boss pentito, depositati agli atti del processo. Alla sbarra anche altri boss: in primo grado condannato a 6 anni e 8 mesi Tindaro Calabrese, il boss dei Mazzarroti al 41 bis; 4 anni e 4 mesi per Agostino Campisi; 7 anni e sei mesi per il cassiere del clan, Giuseppe Isgrò; 5 anni e 8 mesi per il boss Giovanni Rao, di Castroreale; 4 anni e 8 mesi per Salvatore Carmelo Trifirò. D’Amico si è autoaccusato dell’omicidio di Antonio Mazza, l’editore di Tele News, la tv locale per la quale lavorava il giornalista Beppe Alfano, corrispondente anche del nostro giornale, ucciso il 9 agosto ‘93. Mazza fu assassinato lo stesso anno, il 30 luglio.   «Non mi stupisce quanto emerso sull’ex senatore Nania, mio padre aveva preso le distanze politicamente da lui negli ultimi tempi, prima di morire», ha detto Sonia Alfano, ex parlamentare europeo e figlia del giornalista ucciso dalla mafia, Beppe. «Mio padre si oppose – prosegue Alfano – alla candidatura di Giuseppe Gullotti al consiglio comunale e per questo è stato espulso dal partito e Nania fu uno dei promotori della sua espulsione. Queste cose su mafia e massoneria a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) le dico da anni e sono felice che ora stiano emergendo con chiarezza».   Secondo Alfano, inoltre, «quanto detto oggi dal D’Amico su Maurizio Marchetta conferma quanto asserito da me da tempo, e spero che le istituzioni si ricredano». Marchetta, ex vice presidente del consiglio comunale di Barcellona Pozzo di Gotto, vive sotto scorta dopo le dichiarazioni che hanno portato alle operazione antimafia per il racket delle estorsioni “Sistema” e “Sistema 2”. «Questa persona – prosegue Alfano – come emerso dalle dichiarazioni di D’Amico e da alcune intercettazioni, aveva rapporti con il clan mafioso locale e con il boss Sam Di Salvo. Dovrebbe essergli tolta la scorta e dovrebbe essere arrestato. Quanto emerso avvalora la mia tesi, su Marchetta, che è stato da me denunciato e poi rinviato a giudizio per aver offeso la mia reputazione e la memoria di mio padre».

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