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Diede del drogato a Cammarata condannato il deputato Ferrandelli

Diede del drogato a Cammarata condannato il deputato Ferrandelli

L’ex capogruppo in consiglio comunale dell’Idv Fabrizio Ferrandelli, ora parlamentare regionale del Pd, dovrà risarcire con 30mila euro all’ex sindaco del capoluogo, Diego Cammarata

Di Redazione |

PALERMO – Il giudice civile di Palermo Riccardo Trombetta ha condannato l’ex capogruppo in consiglio comunale dell’Idv Fabrizio Ferrandelli, ora deputato regionale del Pd, a risarcire 30mila euro all’ex sindaco Diego Cammarata. Cammarata l’aveva citato in giudizio sostenendo di essere stato da lui diffamato nel corso di una seduta di Palazzo delle Aquile durante la quale, rivolgendosi al presidente del consiglio comunale, Ferrandelli aveva chiesto pubblicamente informazioni su un presunto ricovero in ospedale per un’overdose dell’ex sindaco.   «È evidente il dolo diffamatorio di Ferrandelli – scrive il giudice – che, profittando della cassa di risonanza offerta dalla pubblica seduta del consiglio comunale, forte della preesistenza di una diceria concernente l’ipotetica tossicodipendenza del sindaco, ebbe a rafforzare l’accusa fingendo di credere a un episodico parossistico correlato a tale maldicenza, e ciò al fine di sfregiare la pubblica reputazione dello stesso, certo che così facendo l’avrebbe toccato nella carne viva».   Il deputato regionale del Pd si è detto «sorpreso e amareggiato». «Ma – ha spiegato – è mia abitudine rispettare le sentenze anche quando mi danno torto. Mi ero limitato a richiamare in aula voci diffuse, successivamente pubblicate anche da importanti organi di stampa, secondo le quali il sindaco aveva sentito l’esigenza di sottoporsi ad esami tossicologici per fugare ogni dubbio in ordine all’uso di sostanze stupefacenti. Pertanto, seppure con toni polemici, chiedevo di fare chiarezza in ordine alla diffusione di tali voci e chiedevo al sindaco di dare spiegazioni della sua assenza prolungata dal Consiglio».   «Era una richiesta politica – aggiunge – e mi dispiace se involontariamente ho offeso Diego Cammarata, al quale mi sono contrapposto sempre sul piano politico e non certamente su quello personale. Appena letta la sentenza valuterò con i miei legali se proporre appello».

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