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Catania, centro benessereera una casa d’appuntamenti

Catania, centro benessere era una casa d’appuntamenti

In una casa di Piazza Nettuno dietro il pagamento di un sovrapprezzo venivano fornite prestazioni sessuali da parte di giovanissime ragazze di nazionalità italiana. Denunciate due persone

Di Concetto Mannisi |

CATANIA – La storia è sempre le stessa e anche le considerazioni non possono cambiare di una virgola: vista la grande richiesta, visto il  vorticoso giro di denaro che interessa il “settore”, non sarebbe il caso di riaprire le case chiuse e di garantire allo Stato introiti di una certa rilevanza che oggi finiscono nelle tasche della criminalità? E che dire  delle questioni igiene e della salute dei clienti e delle stesse escort, costrette a sottoporsi a tanto periodici quanto importanti controlli?

Con ipocrisia si continua a fare finta di niente e si preferisce restare  ancorati a una legge che di sicuro non tutela chi fa questo mestiere, ma  che al limite consente a chi sfrutta la prostituzione – perché è di questo  che stiamo parlando – di realizzare guadagni consistenti e, ovviamente, in nero. Come nel caso del trentasettenne catanese e della trentenne polacca  che sono stati denunciati da agenti delle «volanti» dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico per i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. I due, così come tanti altri soggetti che hanno lavorato o che lavorano nella nostra città (e non soltanto nella nostra città, sia ben chiaro…), avevano aperto un centro benessere che sulla carta doveva garantire alla clientela massaggi, cerette e manicure, ma che in effetti basava la propria attività su un certo tipo di prostituzione.

Non a caso quando i poliziotti hanno deciso di eseguire la perquisizione all’interno di questa struttura e poi sequestrarla, in piazza Nettuno, giovanissime  in slip e reggiseno hanno cercato rapidamente di ricomporsi, mentre i clienti, in costume adamitico, hanno provato a spiegare in cosa consistesse quel  massaggio… particolareggiato. Senza troppa fortuna, in ogni caso. Anzi, messi alle strette i clienti hanno anche ammesso il “significato” della loro presenza all’interno del centro, chiarendo che oltre ai massaggi tradizionali, dietro il pagamento di un sovrapprezzo, venivano fornite prestazioni sessuali “incomplete” da parte di giovanissime italiane.

La tariffa per il massaggio cosiddetto “all inclusive” ammontava a 90 euro, ovvero una cifra che, in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, possono servire a ben altro piuttosto che a togliersi questo genere di “piaceri”. Eppure c’era chi non si poneva problemi sotto questo punto di vista e versava il tutto sull’unghia.  Sia il professionista – e alle volanti riferiscono che il viavai di rispettabili soggetti era abbastanza intenso – sia lo stesso operaio o impiegato, che preferivano sacrificare ben altre urgenze pur di garantirsi un incontro molto ravvicinato con le massaggiatrici. 

All’interno del centro, oltre a un lettino attrezzato con lenzuolino igienico, gli agenti hanno notato una vasca idromassaggio che serviva a garantire, evidentemente, momenti di ulteriore relax. E chissà se si pagava l’extra per il sesso con le bollicine…. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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